Marie aspetta Marie di Madeleine Bourdouxhe è un romanzo scritto nel 1940, apparso in Belgio nel 1943 e poi pubblicato nel 1989 a Parigi. Adelphi ha deciso di proporre il titolo anche in Italia, dopo aver pubblicato La donna di Gilles della stessa autrice nel 2005. Un’opera di riscoperta, anzi di vera e propria scoperta, che fa sempre bene alla letteratura e che porta alla luce romanzi del passato che in Italia non hanno avuto modo di affermarsi precedentemente.
Marie aspetta Marie è la storia di una giovane donna, all’apparenza felicemente sposata, dedita alla cura della casa e innamorata del marito. Il romanzo inizia descrivendo una vacanza della giovane coppia in Costa Azzurra dove, a dispetto dell’immagine che gli altri si possono fare della coppia, emerge nei pensieri di Marie e in alcuni suoi atteggiamenti un senso di insoddisfazione nei confronti della vita che ha con suo marito. Marie sembra intrappolata in questo matrimonio che non la appaga e la vita che sta vivendo non le piace appieno. Dai primi dialoghi tra Marie e il marito Jean si percepisce subito un senso di soffocamento, si percepisce che la relazione tra i due sta attraversando un momento di crisi. Marie in spiaggia incontra lo sguardo di un altro uomo che la strega completamente, si sente attratta senza un motivo razionale dalle forme del corpo del giovane sconosciuto, avviene quello che comunemente è chiamato colpo di fulmine. Marie si lascia prendere dalla passione per questo uomo e inizia tra i due una relazione amorosa che prosegue per tutto il romanzo.
Anche una volta tornati a Parigi la giovane donna approfitta dell’assenza del marito per motivi di lavoro per poter incontrare l’amante, a volte è lui a recarsi a Parigi, a volte invece è Marie a prendere il treno e a raggiungere il giovane.
In parallelo, ma con una rilevanza minore, viene descritta anche un’altra relazione, ovvero quella della sorella di Marie, Claude, con il marito. Questa seconda vicenda viene inserita per paragonarla a quella principale, per mostrare un contrasto tra le scelte di Marie e quelle di Claude che invece è in antitesi rispetto alla figura della sorella.

Il romanzo è scritto bene e hai dei momenti che mi sono piaciuti, ma non mi ha convinto a pieno e ha diversi elementi che non mi hanno entusiasmato.
La protagonista è una figura evanescente, non si riescono a capire fino in fondo i motivi che la muovono, non si riescono a capire né attraverso le sue azioni, né attraverso le sue parole e nemmeno attraverso i suoi pensieri che vengono messi in luce per mezzo della focalizzazione. Rimane un personaggio che non mi ha colpito particolarmente e con la quale, secondo me, è difficile entrare in sintonia perché di difficile comprensione. Marie mente a se stessa, dice di essere innamorata del marito ma di saper provare un amore così grande che può essere condiviso anche con un altro uomo; questo poteva essere un tema curioso da indagare ma rimane nel vago. Sembra che ci sia una patina opaca che non ci permette di entrare davvero nel romanzo e di avere una visione completa del mondo descritto.
Lo stesso amore tra Marie e il giovane conosciuto in spiaggia mi sembra inconsistente: tra i due non si instaura quasi mai un dialogo, non viene mai riportato un intenso scambio di battute tra i due amanti. Questo amore rimane indefinito e non si riesce a capire se ci sia una particolare affinità tra i due o se si tratti solamente di un amore carnale, di eros.
Anche la storia della sorella, davvero scarsamente tratteggiata, non è pienamente comprensibile e l’introduzione del tema del suicidio mi sembra forse una forzatura per mettere in rilievo delle scelte di Marie che devono essere in antitesi rispetto a quelle della sorella, viene in sostanza messa a confronto una donna forte e capace di reagire con una donna invece che si lascia sovrastare dalle debolezze. Anche questo tema non è trattato, a mio parere, con la dovuta profondità e attenzione.
Mi sono piaciute le descrizioni della città di Parigi che riescono a dare vividezza alle strade per le quali Marie vaga; in questo caso sembra davvero di camminare insieme alla protagonista e di diventare parte del mondo della finzione.
Di estrema delicatezza e di gusto raffinato sono le descrizioni degli amplessi tra i due amanti, punti lirici del romanzo che trovo pienamente riusciti.
Anche i momenti dedicati al ritorno nella casa dell’infanzia di Marie mi hanno colpito per la loro semplicità e per la descrizione estremamente realistica che ne viene fatta.
“Non è difficile indurre una madre ad abbandonarsi ai ricordi. E la madre di Marie parla, racconta aneddoti, ricrea nel suo cuore la figlia di un tempo. Mentre guarda la giovane donna che tiene abbracciata, parla di una Marie che, non assorbita da un amore, è ancora ricca di tutti gli amori possibili. Marie la lascia parlare: non le può rivelare che oggi la madre non ha bisogno di aiutarsi con i ricordi. Posa la fronte sulla spalla materna e rimane, offrendo, a lei sola, quell’istante; lungo minuto miracoloso in cui Marie si ridona a sua madre.”
È stata un’esperienza di lettura dolce amara perché è un romanzo che ha punti molto belli che coincidono con l’uso di un delicato lirismo, ma anche alcuni aspetti che non mi hanno lasciato godere completamente la lettura: l’assenza di parole e di dialogo tra i due amanti non mi hanno permesso di comprendere questo amore che è il centro nevralgico della storia.
Alessandro Audisio
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