“Non voglio dire che fosse un uomo semplice. Alcuni credevano che lo fosse perché per tutta la vita è stato buono. Ma Seymour non è mai stato semplice. La semplicità non è mai così semplice.”
Pastorale americana di Philip Roth è ormai un libro culto della letteratura americana ma non solo, anche mondiale ed è considerato un capolavoro perché difficilmente passa inosservato e la sua lettura lascia tracce. Proprio in questi giorni, dopo che ho finito la lettura di questo romanzo, si è spento Philip Roth, che è stato uno dei più grandi indagatori della realtà americana e che si è sempre posto in modo critico di fronte ad una società troppo spesso segnata dalle incongruenze e dai contrasti. Non ha mai ricevuto il premio Nobel per la letteratura che larga parte del mondo intellettuale gli attribuisce idealmente per il grande contributo dato dai trenta romanzi scritti fino al 2012, anno in cui è uscito il suo ultimo lavoro. Philip Roth rimane uno dei più importanti e influenti scrittori della nostra contemporaneità a cui di sicuro non serve un riconoscimento ufficiale di un’istituzione forse ormai troppo debole che ne attesti il valore.
Di fronte ad un romanzo di questo genere è difficile dire di cosa parli, perché i temi trattati sono moltissimi e tutti sviluppati in profondità non lasciando nulla al caso.
Il romanzo ruota attorno alla figura di Seymour Levov, soprannominato da tutti lo Svedese, che rappresenta il tipico uomo americano che ha trovato successo, una bella moglie, grazie ai suoi sforzi e al duro lavoro, che al liceo era il mito di tutta la scuola, che ha sempre avuto grandi abilità negli sport, che si è impegnato nel servizio militare, entrando nei marines e che è diventato un capofamiglia attento e premuroso. Al di sotto di questa vita perfetta però si cela l’inferno, la paura, la fragilità di un uomo che ha visto sua figlia distruggere dall’interno tutto il suo mondo, la sua famiglia, le sue convinzioni. Il dramma dello Svedese comincia quando la figlia Merry inizia a protestare contro la guerra che gli Stati Uniti stanno affrontando in Vietnam, di fronte alle immagini che vede in televisione si innesca nella mente della ragazza una bomba ad orologeria, destinata a trasformare per sempre la vita di chi le sta attorno. Merry fin dall’infanzia viene descritta come una bambina intelligente, dolce, felice e molto affettuosa con i genitori che la fanno crescere in libertà e circondata dall’amore. Proprio per questo Seymour e Dawn, sua moglie, non si capacitano delle scelte della figlia e di come sia potuta crescere dentro di lei una rabbia così forte, già in giovane età, verso il sistema, verso il capitalismo e poi verso i suoi stessi genitori.
La vita dei Levov, che già procedeva con delle difficoltà dovute ai comportamenti di Merry, viene totalmente sconvolta quando la figlia fa esplodere una bomba all’emporio della città in cui vivevano, uccidendo anche il proprietario. Questi atti terroristici, che caratterizzano una fase della storia americana molto buia, erano organizzati come forma di protesta contro la guerra in Vietnam, in nome di una libertà che però si sporcava le mani.
Tutto il romanzo indaga la psiche dello Svedese che, dopo questo evento sconvolgente, continuerà a scandagliare la sua vita e i suoi comportamenti per vedere dove si trova l’errore che ha causato tutto quel dolore. Seymour non si dà pace e continua a pensare alla figlia, non riesce a voltare pagina e rimane in costante attesa di un segnale di Merry che si è data alla fuga, inseguita dalle autorità.
Gli eventi scorrono e il lettore si trova continuamente di fronte ai meccanismi della mente di un uomo che cerca di capire dove ha sbagliato nei comportamenti adottati nei confronti della figlia. Il romanzo contiene diverse analessi che ci mostrano come Seymour e Dawn si sono conosciuti, come lo Svedese è riuscito a portare al successo la fabbrica di famiglia ereditata dal padre, come trascorrevano felici le giornate quando Merry non era ancora ossessionata da idee che non si sa da dove siano venute.
Pastorale americana analizza le apparenze e ci dice che dietro a qualcosa che ci sembra semplice c’è sempre qualcosa di più, qualcosa di complicato che non si dà a vedere ad un primo sguardo, ad una prima analisi. Le persone sono rette da meccanismi molto complicati e giudicare la vita di qualcun altro dalle apparenze è sbagliato. L’autore ci dice che è quasi impossibile capire in modo corretto le persone che ci troviamo davanti e che forse dovremmo rinunciare ad esprimere un giudizio, se ci riusciamo.
“Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d’acciaio spesse quindici centimetri; offrendo alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male.”
“Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di avere ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.”
Il naufragio del sogno americano è un tema molto forte del romanzo, l’ideale dell’uomo che riesce a creare la propria fortuna con il duro lavoro e con solo le proprie forze entra in crisi. Anche se Seymour pensa di aver fatto tutto per meritarsi una vita tranquilla in cui cogliere i frutti dei suoi sforzi, la realtà diventa imprevedibile e le difficoltà, che sembrano invalicabili, rendono arduo il raggiungimento della felicità.
Gli eventi storici che caratterizzano il periodo nel quale il romanzo è ambientato diventano essenziali e danno quel qualcosa in più alla narrazione, rendendola unica. L’approfondimento storico pone il lettore di fronte ai disordini che hanno sconvolto l’America negli anni sessanta e gli fanno avvertire in modo vivido l’atmosfera socio-politica dell’epoca.
Tutti i vari personaggi presenti tra le pagine del libro sono estremamente dettagliati e anche quelli secondari, in poche righe, vengono tratteggiati con una dovizia di particolari tali da renderli delle personalità complesse e a volte enigmatiche.
Forse però il tema più evidente del romanzo è la distruzione che l’allontanarsi di un figlio dai suoi genitori può provocare. Niente da quando Merry è lontana è più come prima nella famiglia Levov, tutti i rapporti interpersonali ne risentono: quello tra Seymour e la moglie Dawn, tra Seymour e suo padre, tra la famiglia Levov e la comunità.
Pastorale americana colpisce per le forti emozioni presentate, perché fa provare sentimenti nel lettore nei confronti dei vari personaggi (quello di Merry l’ho trovato davvero irritante, tutte le volte che parlava mi innervosivo), perché alla fine il lettore si sarà fatto un’opinione della vicenda trattata e proprio come il protagonista avrà cercato di trovare quale sia stato il meccanismo che ha fatto di Merry un’assassina idealista.
Su tutte le cose che ho incontrato in questo romanzo mi rimarrà impresso il tema dell’impossibilità della piena comprensione di una persona, che avrà sempre un lato nascoso, un lato più profondo da indagare e scoprire.
I romanzi scritti da Philip Roth costituiscono la sua eredità al mondo e continuare a leggerli è sicuramente il giusto omaggio che si può tributare a questo grande scrittore.
Alessandro Audisio
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