La “rivoluzione silenziosa” di Plautilla Bricci in mostra alla Galleria Corsini

Fino al 19 aprile 2022 presso la Galleria Corsini (Roma, via della Lungara 10) va in scena la “rivoluzione silenziosa” di Plautilla Bricci (Roma, 1616 – post 1690), artista romana recentemente fatta conoscere al grande pubblico dal romanzo storico di Melania G. Mazzucco (L’architettrice, Einaudi, 2019).

Per la prima volta, nella mostra “Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice” curata da Yuri Primarosa, è presentato l’intero corpus grafico e pittorico della Bricci, insieme ad altre opere che ne contestualizzano la biografia e la produzione artistica, per un totale di 33 oggetti d’arte inseriti nel percorso museale di Galleria Corsini, in un dialogo con i capolavori della collezione permanente recentemente restaurata e riallestita. La Galleria, infatti, ha riaperto i battenti il 5 novembre scorso dopo 12 mesi di chiusura e si presenta ora in una veste rinnovata. Ad agevolare la visita, inoltre, è stata introdotta una comoda guida digitale consultabile tramite smartphone che permette di individuare le opere – tradizionalmente esposte senza cartellini –, di evidenziare quelle appartenenti al percorso della mostra (contraddistinte dal colore azzurro) e di leggere approfondimenti sui pezzi di maggiore rilevanza.

L’esposizione prende avvio nella prima sala del museo offrendo al visitatore quattro ritratti femminili, di cui in uno vi è riconosciuta l’effige di Plautilla in veste di architettrice. Lo accompagnano una Allegoria dell’architettura, un Autoritratto di Artemisia Gentileschi come allegoria della Pittura e un ritratto forse di Faustina Maratti come allegoria della Pittura realizzato da Carlo Maratti.

Fig. 1. Pittore attivo a Roma alla metà del XVII secolo, Ritratto di architettrice (Plautilla Bricci?) (1655-1660 ca.), Los Angeles, collezione privata.

Ci viene qui presentata Plautilla, figlia d’arte di Giovanni Bricci, un artista poliedrico attivo nell’entourage di Giuseppe Cesari detto Cavalier d’Arpino. Presso il padre, la pittrice imparò le prime nozioni dell’arte e instaurò le prime reti di contatti con i committenti. Spinta dal genitore verso una vita vissuta all’insegna della devozione e delle virtù che l’avrebbero resa una donna rispettabile, anche la sua arte fu caratterizzata da una forte devozione. Persino il suo esordio nel mondo della pittura, come vedremo, fu interessato da un evento miracoloso.

Fig. 2. Sezione 1: Barocco in rosa.

Nella formazione di Plautilla, fu imprescindibile il contatto con l’abate Elpidio Benedetti (Roma, 1610-1690), servitore del cardinale Mazzarino e agente del Re di Francia Luigi XIV.

Per introdurne la figura, nell’ambiente della prima galleria è esposta una Pianeta in seta viola broccata con borsa di corporale e coprifaldistorio, donata da papa Gregorio XV alla cattedrale di Bologna, e uscita dalla manifattura di Andrea Benedetti, padre di Elpidio. Andrea, con la propria attività di ricamatore, riuscì a permettersi un salto sociale e un certo prestigio, testimoniato dalla commissione a Giuseppe Puglia detto il Bastaro dell’Adorazione dei pastori (1633-1634) per la cappella Benedetti presso la chiesa di San Rocco a Poggio Mirteto (RI), un privilegio non comune per un artigiano. La presenza delle opere di ricamo aiuta a immaginare ciò che la stessa Plautilla avrebbe potuto realizzare durante l’apprendistato svolto presso l’atelier di Benedetti senior.

Il percorso di visita continua nella galleria del cardinale, in cui ha il posto d’onore il Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino (1644 circa) di Pietro da Cortona, la cui esecuzione venne mediata probabilmente da Elpidio Benedetti. Sono esposti anche alcuni progetti per un monumento funebre desiderato dal cardinal Mazzarino per Parigi: due di questi vennero ideati da Plautilla insieme a Elpidio. Quest’ultimo aveva individuato la donna quale ideale esecutrice delle proprie invenzioni, senza che ella richiedesse alcun riconoscimento ufficiale: ecco che inizia a chiarirsi il significato del titolo della mostra, che parla di rivoluzione “silenziosa”.

Fig. 3. Pietro da Cortona, Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino (1644 ca.), Roma, collezione privata.

Nella sala successiva, si entra nel vivo dell’attività di Plautilla pittrice, tramite la presenza dello “stendardo bellissimo” raffigurante La nascita e il martirio di san Giovanni Battista, ideato nel 1675 per la Compagnia della Misericordia di Poggio Mirteto, paese natale di Elpidio, che ne fornì la commissione. L’opera a olio su tela di lino, collocata al centro della sala per permettere la visione delle due facce, riveste particolare importanza poiché unico dipinto di Plautilla di cui si conosce una data certa. Inoltre, consente di comprendere in quale direzione stilistica si stesse muovendo l’artista: un classicismo cortonesco che passa per la conoscenza di Romanelli e Sacchi, oltre che un ricordo dell’Arpino. 

Fig. 4. Plautilla Bricci, Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita e il martirio di san Giovanni Battista (1675), Poggio Mirteto, chiesa di San Giovanni Battista.

Prima di proseguire con la presentazione di altri dipinti della Bricci, l’esposizione dedica un approfondimento alla vicenda del progetto per la scalinata di Trinità dei Monti: nel 1660 Elpidio e Plautilla – sebbene quest’ultima non si sia mai esposta personalmente – parteciparono alla contesa sulla realizzazione di una scalinata sul Monte Pincio, zona fortemente caratterizzata dalla presenza francese. Proprio per non permettere l’ingerenza della corona di Francia in un intervento al centro della città di Roma, papa Alessandro VII (qui ricordato con un ritratto attribuito a Gian Lorenzo Bernini, 1647-1659 circa) fece sì che i progetti non si realizzassero mai. Il Benedetti continuò a sperare che l’idea prendesse forma, perfino dopo la morte del suo protettore Mazzarino, quando passò al servizio del primo ministro di Luigi XIV, Jean-Baptiste Colbert (di cui è presentato un ritratto uscito dal pennello di Francesco Trevisani, 1709-1710 circa). Negli stessi anni, precisamente nel 1662, nacque il delfino di Francia, al quale venne dedicata una grande festa presso Trinità dei Monti organizzata da Antonio Barberini, con direzione artistica di Gian Lorenzo Bernini e a cui Benedetti partecipò, anche se con un ruolo di secondo piano: è presente una stampa dell’Apparato per la festa disegnata da Johann Paul Schor e incisa da Dominique Barrière (1662).

L’ultima sala è la più densa di opere. È presentata l’icona miracolosa della Vergine del Carmelo, realizzata da Plautilla in olio su tela attorno al 1640 per una cappella non più esistente della chiesa di Santa Maria in Montesanto: essa reca la firma dell’artista e riporta sul retro la cronaca di un miracolo. Non avendo mai “depinto in grande”, la giovane artista non era stata in grado di rendere correttamente le ombreggiature del volto della Madonna ma la ritrovò “miracolosamente perfettionata”. Dopo l’evento, che diede il via alla sua carriera artistica, la donna fece voto di verginità, avendo così occasione di dedicare la propria vita all’arte. La Madonna col Bambino di Santa Maria di Montesanto divenne una vera e propria icona miracolosa, sebbene dietro il “miracolo” vi fosse probabilmente lo zampino dell’esperto commediante Giovanni Bricci.

Fig. 5. Plautilla Bricci, Madonna col Bambino (1640 ca.), Roma, chiesa di Santa Maria in Montesanto.

Nello stesso ambiente si può ammirare la lunetta a tempera su tela dipinta per il Laterano (insieme ai perduti San Francesco e San Domenico per l’Oratorio del Santissimo Sacramento) che rappresenta la Presentazione del Sacro Cuore di Gesù all’Eterno Padre, databile tra il 1669 e il 1674 e firmata dall’artista. È esposta anche la Madonna del Rosario del duomo di Poggio Mirteto, restituita a Plautilla in occasione della mostra e databile agli anni Ottanta. Essa dimostra la conoscenza della produzione del cortonesco Giovan Francesco Romanelli, vicino di casa dei Bricci e punto di riferimento artistico per Plautilla. Di Romanelli sono presenti quattro dipinti: una Madonna del Rosario (realizzata nel 1652 per il convento dei Santi Domenico e Sisto), una Annunciazione, una Adorazione dei Magi e una Adorazione dei Pastori, queste ultime già parte della collezione di Galleria Corsini.

Segue la tela di San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede per la cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi. L’edificazione della cappella fu curata dalla stessa Bricci tra il 1672 e il 1680 dopo averne ottenuto la commissione per mezzo, nuovamente, del Benedetti, che le fornì anche indicazioni su come realizzare il Luigi IX quale ideale precedente di Luigi XIV.

Un focus, infine, è dedicato a Plautilla architettrice e, in particolare, alla progettazione della Villa del Vascello (o Villa Benedetta) sul Gianicolo. I lavori di costruzione iniziarono nel 1662-1663 ed Elpidio le diede piena libertà d’azione nella fabbrica, alla quale lavorarono anche Pietro da Cortona e Giovan Francesco Grimaldi. Nella stanza sono raccolti disegni, incisioni e descrizioni che permettono di immaginare come fosse l’edificio a forma di vascello andato distrutto nel 1849.

Fig. 6. Sezione 9: Plautilla architettrice e la Villa del Vascello.

In conclusione, è possibile affermare che l’esposizione, accompagnata da un catalogo a cura di Yuri Primarosa ed edito da Officina Libraria, sia di sicuro interesse per tutti coloro che vogliano approfondire un tema che recentemente ha assunto grande importanza, quello delle donne artista. Il caso di Plautilla risulta emblematico in quanto unica donna della sua epoca che divenne architettrice (termine coniato da lei stessa) e che, grazie alla mostra e agli studi condotti dagli autori del catalogo, assume ora il ruolo che le spetta.

La tematica femminile si collega, inoltre, alla mostra “Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta”, in corso presso l’altra sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, dedicata all’iconografico dell’eroina biblica Giuditta.
La mostra è aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 18.00.
Biglietto intero 12 € – ridotto 2 €
Per info: www.barberinicorsini.org

Chiara Dominioni

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