Si possono raccontare cose d’arte, intercettando un pubblico vasto, un pubblico “televisivo”, diremmo oggi, senza per forza scadere in uno storytelling sensazionalista o nell’eccessiva semplificazione dei contenuti? Agli occhi di un nostro stretto contemporaneo potrebbe sembrare un’ardua impresa, ma evidentemente fino a circa sessant’anni fa c’era una maggiore fiducia che il prossimo, anche se non... Continue Reading →