La valle dell’Eden di John Steinbeck: un viaggio attraverso la ricerca dell’amore degli altri e lo scontro tra bene e male

La valle dell’Eden è il terzo libro che leggo di John Steinbeck e come Furore e Uomini e topi, anche questo romanzo non delude le mie aspettative e Steinbeck si conferma uno scrittore davvero formidabile, capace di tenere alta l’attenzione del lettore per tutte le quasi ottocento pagine della sua narrazione, di creare dei personaggi indimenticabili, complessi, ricchi di sfaccettature e in grado di rappresentare l’umanità nella sua interezza.
Steinbeck ne La valle dell’Eden riesce a parlare di argomenti densi e complicati, ma nello stesso tempo non tralascia di creare una storia avvincente, che appassiona il lettore e lo trascina nei suoi avvenimenti. Lo scrittore, attraverso la descrizione della vita di Adam Trask, di Sam Hamilton, di Cathy, di Caleb e Aron Trask, i personaggi che animano La valle dell’Eden, riesce a parlarci della vita nel suo senso più generale e assoluto.
Il romanzo copre un ampio lasso di tempo, inizia con il periodo della guerra civile americana, quindi dagli anni ’60 dell’ottocento, e termina sul finire della prima guerra mondiale, nel 1918. Al centro del romanzo c’è la valle del fiume Salinas, in California, che metaforicamente sembra assumere le sembianze della valle dell’Eden dove andò a vivere la progenie di Adamo ed Eva, e proprio qui si svolgono le vicende principali dei tanti personaggi che seguiamo lungo la narrazione.
All’inizio seguiamo la storia di due famiglie: quella dei Trask e quella degli Hamilton, che ancora non si conoscono. I Trask abitano nel Connecticut, mentre gli Hamilton si trovano già in California.

Fig. 1 Foto della nuova edizione de La Valle dell’Eden di John Steinbeck, edita da Bompiani, con la traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini.

Il primo Trask di cui facciamo la conoscenza è Cyrus, il quale prende parte alla guerra civile americana per un brevissimo periodo perché viene subito ferito ad una gamba, una ferita talmente grave che gli causerà l’amputazione. Cyrus però non sarà mai sincero sulla sua esperienza di guerra, infatti si dedica allo studio approfondito di tutti gli eventi bellici della guerra civile e farà sempre credere a tutti che in realtà aveva combattuto valorosamente in tutte le battaglie più importanti. Cyrus Trask si costruisce un mito e decide di trasmettere la sua disciplina militare anche ai suoi figli, nati da due matrimoni diversi, Adam e Charles.
Charles è forte, combattivo, con uno spiccato spirito agonistico e capace di battere il fratello in qualsiasi prova di forza, Adam invece è l’opposto infatti vive con grande sofferenza questa disciplina ferrea impartita dal padre, ma si nutre dei sorrisi con cui si illumina il viso della matrigna (la seconda moglie di Cyrus) quando è da sola.
Adam e Charles però, oltre alla competizione fisica, vivono un’altra competizione, ancora più importante, quella per l’amore del padre: sebbene Charles si adatti di più al modello di disciplina del padre, Adam sembra essere il preferito tra i due e questo fa crescere una rabbia sempre più forte in Charles. Anche se Adam è il più debole tra i due fratelli, Cyrus decide che sarà lui ad arruolarsi nell’esercito, per portare avanti le campagne militari contro i nativi americani.
Scena di grande impatto è quella che vede Charles scagliarsi con tutta la sua violenza contro il fratello, fin quasi ad arrivare ad ucciderlo. Il motivo? Loro padre portava sempre con sé il cane che Adam gli aveva regalato, mentre aveva ignorato il regalo di Charles, un coltellino.
Adam Trask viene arruolato nell’esercito contro la sua volontà, ma si dedica comunque con grande impegno e costanza all’attività militare e, anche se si rifiuterà quasi sempre di sparare contro il nemico, ottiene diversi encomi per la sua disciplina. Ritornare a casa però diventa sempre più difficile per Adam, che non vuole incontrare di nuovo suo fratello e per questo per un certo periodo preferisce vagabondare per il paese piuttosto che fare ritorno a casa.
Cyrus nel frattempo è diventato un uomo potente e importante nell’ambito militare e si è trasferito a Washington dove è in contatto con le più alte sfere politiche del paese. Davvero strano cosa può riuscire a creare un falso mito!
Cyrus ad un certo punto muore e lascia una grandissima fortuna ai suoi due figli che si ritrovano ad essere ricchissimi. Adam, ancora all’oscuro di questa fortuna torna a casa e inizia a vivere con suo fratello, sentendo di aver superato i rancori che nutriva nei suoi confronti. Adam però vuole cambiare e sente sempre più forte l’istinto di iniziare una nuova vita in California, cosa che però non va a genio al fratello.

Fig. 2 Foto che ritrae lo scrittore John Steinbeck.

Un altro personaggio centrale per la vicenda è quello di Cathy Ames, donna che sembra incarnare a tutti gli effetti il male assoluto, quello che non ha delle ragioni vere e proprie per agire, ma con cui tutti devono avere a che fare e così sarà all’interno della narrazione. Cathy già nel corso della sua infanzia dimostra la sua insensata malvagità, ma ancora molto male porterà nella vita dei Trask e non solo.
Adam e Charles trovano questa giovane donna quasi in fin di vita per la strada a causa delle percosse subite e decidono di curarla a casa loro. Adam si dedica con tutto se stesso a Cathy e se ne innamora fatalmente. La donna, che è sempre una mossa davanti agli altri, decide come sempre di agire per il suo bene e capisce che fare la parte della povera indifesa le sarà di aiuto per coprire il suo passato fatto di delitti. Adam e Cathy si sposano e si trasferiscono in California, dove acquistano un ampio e fertile terreno dove Adam pensa di poter vivere in serenità, godendosi i soldi ereditati e i frutti della terra.
Qui si incontrano i destini dei Trask e degli Hamilton: capostipite della famiglia Hamilton è Samuel, un sognatore, un uomo dalla grande inventiva, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che riesce a trovare anche grazie alla letteratura, un uomo tutto d’un pezzo e dalla saggezza infinita. Samuel è sempre intento a inventare qualcosa, a sperimentare nuove soluzioni per migliorare la coltivazione dei campi e sua moglie, Liza, gli rimprovera spesso il tempo che spende dietro a qualche brevetto che invece dovrebbe utilizzare per far rendere di più le sue terre.
Liza è una donna concreta, la pietra portante della famiglia Hamilton, che riesce a bilanciare lo spirito sognatore del marito. Sam e Liza hanno numerosi figli di cui il narratore ci descrive il carattere: alcuni hanno ereditato l’aspetto ideale del padre (come Tom), altri ancora hanno ereditato lo spirito concreto della madre (Will ad esempio).
Samuel sarà una presenza davvero preziosa per Adam quando le cose si faranno difficili e riuscirà a fargli recuperare la voglia di vivere e a farlo uscire dal suo rifugio costituito dal torpore dei sensi e dei sentimenti, rifugio che si rende necessario dopo alcuni tristi e inaspettati eventi che coinvolgono il suo matrimonio.

Fig. 3 Foto della prima edizione americana de La valle dell’Eden di John Steinbeck, pubblicata nel 1952.

Quella che vi ho riassunto fino qui è solo una minima parte della vicenda che Steinbeck descrive all’interno di questo libro meraviglioso, una vicenda che davvero appassiona il lettore, che lo fa immergere negli eventi. Di sicuro quindi la storia in sé è uno dei punti forti di questo romanzo, ma i pregi non si esauriscono qui. Il modo di scrivere di Steinbeck è davvero incredibile, di una scorrevolezza impareggiabile, anche quando i personaggi si dedicano a riflessioni filosofiche o ad aspetti linguistici delle diverse versioni della Bibbia (giusto per fare un esempio), è una prosa magnetica che fa dimenticare di avere in mano un libro di quasi ottocento pagine.
I personaggi sono un altro punto di forza de La valle dell’Eden, tutti i ritratti che troverete in questo romanzo sono indimenticabili e non solo quelli dei personaggi a cui è dedicato più spazio ma anche quelli dei personaggi minori: ad esempio Lee, il giovane cinese che diventa il domestico dei Trask, è un personaggio davvero riuscito, ricco di sfaccettature e portatore di una saggezza infinita che lo farà diventare uno degli amici più vicini ad Adam; ma anche il breve ritratto di Olive Hamilton è destinato a rimanere impresso per la sua originalità e per i suoi tratti di ironia.
I protagonisti della vicenda poi sembrano davvero risplendere all’interno della narrazione: sono dei personaggi che hanno diverse pulsioni al loro interno, proprio come tutti gli esseri umani, e questa lotta tra bene e male è proprio ciò che più interessa allo scrittore americano:

Gli uomini sono presi – nelle loro vite, nei loro pensieri, nei loro appetiti e ambizioni, avarizie e crudeltà, e persino nei loro impulsi di bontà e generosità – in una rete di bene e male. Io credo sia questa la sola storia che abbiamo e che si ripete a tutti i livelli del sentimento e dell’intelligenza.
Vizio e virtù sono stati trama e ordito della nostra prima presa di coscienza, e saranno il tessuto dell’ultima, e questo malgrado tutti i cambiamenti che potremo imporre a campi, fiumi e montagne, all’economia e a usi e costumi. Non esiste un’altra storia.
L’uomo, dopo che si è spazzolato via la polvere e la segatura della vita, resta solo con questa dura, cristallina domanda: era bene o male? Mi sono comportato nel modo giusto – o in quello sbagliato?
[…]
Nell’incertezza sono certo che sotto gli strati superficiali della loro fragilità gli uomini desiderano essere buoni e vogliono essere amati. Anzi, quasi tutti i loro vizi sono tentativi di trovare una scorciatoia per l’amore.
[…]
Abbiamo solo una storia. Tutti i romanzi, tutta la poesia, si reggono sull’infinita lotta, in noi, tra bene e male. E penso che il male debba essere continuamente ritessuto, mentre il bene, la virtù, sono immortali.

Centro de La valle dell’Eden, ma direi di tutta la letteratura di Steinbeck, è dunque la lotta tra bene e male, o meglio la compresenza di queste due forze. Questa tematica che viene approfondita all’interno del romanzo è estremamente affascinante e continua ad essere attuale proprio perché ancora oggi l’uomo, almeno colui che ancora interroga la propria coscienza, spesso, si chiede se ciò che ha fatto nella sua vita sia giusto o sbagliato. Nel libro ci sono anche molti riferimenti biblici, come appunto quello svelato proprio dal titolo con la valle del paradiso terrestre, oppure i nomi dei personaggi stessi (Adam, Caleb, Aron) e proprio su una particolare parola riportata nel testo sacro riflettono Adam Trask, Sam Hamilton e Lee:

“La traduzione dell’American Standard ordina agli uomini di trionfare sul peccato e il peccato lo si può chiamare ignoranza. Quella di King James fa una promessa, con il suo ‘lo dominerai’, nel senso che l’uomo sicuramente trionferà sul peccato. Ma la parola ebraica timshel – ‘Tu puoi’ – quella dà una possibilità. È forse la parola più importante del mondo. Quella che dice che la strada è aperta. Quella che ributta la cosa sull’uomo. Perché, se ‘tu puoi…’ è vero anche che ‘tu puoi non…’ Capisce?”

Fig 4 Foto che mostra un tratto del fiume Salinas in California. Proprio nella valle del Salinas è ambientata la vicenda del romanzo di Steinbeck.

Per Steinbeck quindi ognuno ha davanti una scelta, una scelta sicuramente difficile, ma l’uomo ha la possibilità di preferire il bene oppure il male. Nel romanzo ci sono personaggi che hanno scelto il bene, che lo rappresentano in un modo quasi totale, come Sam Hamilton, personaggi in cui convivono bene e male in una lotta continua per prevalere e personaggi che quasi incarnano il male, come Cathy.
Cathy è un personaggio spaventoso perché, come ho già ricordato, rappresenta la crudeltà che non ha motivazioni, una malvagità inspiegabile: viene descritta come una persona a cui manca la capacità di vedere la parte positiva delle persone, riesce solo a vedere i lati più turpi della natura umana e così anche in sé stessa riesce a sviluppare solo il suo lato oscuro. Cathy agisce in modo sconsiderato senza che i lettori riescano a trovare una ragione per le sue azioni e proprio questo fa nascere l’inquietudine.
Steinbeck mette in evidenza quello che è il più grande desiderio dell’uomo, qualsiasi sia l’epoca in cui vive e qualsiasi sia la sua storia, ovvero il desiderio di essere amati, di essere apprezzati. L’affetto e l’approvazione sono ciò di cui l’uomo ha più profondamente bisogno e Steinbeck mette in scena anche i problemi che possono nascere quando si è sulla strada della ricerca di questo amore.

La valle dell’Eden è stato per me un viaggio bellissimo, è un libro davvero ricco di riflessioni interessanti e di saggezza, mi sono affezionato a questi personaggi che traboccano di umanità e trovo particolarmente bello il messaggio che Steinbeck vuole dare: ogni donna e ogni uomo ha davanti a sé una scelta importantissima da compiere, non c’è una predestinazione o un cammino già stabilito, ognuno deve costruire il suo destino. Steinbeck è davvero un grande scrittore, dalla prosa magica e sicuramente non smetterò di leggere le sue storie.

Alessandro Audisio

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