Nel 2016 la prima recensione letteraria che ho scritto su LetterArti era dedicata al romanzo Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, libro di grande intensità e bellezza, e oggi sono qui a parlarvi del nuovo romanzo dell’autore, Klara e il sole, il primo che pubblica dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 2017 con la seguente motivazione: “perché, nei suoi romanzi di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”.
Il caso vuole anche che tra questi romanzi sopra menzionati esista un forte legame di tematiche, infatti con Klara e il sole Ishiguro porta avanti la sua riflessione su un ipotetico mondo futuro e sulle conseguenze dello sviluppo tecnologico sulla vita degli uomini, riflessione che è partita proprio da Non lasciarmi.

Klara è una AA, un’amica artificiale, creata per poter fare compagnia e per prendersi cura del bambino che la acquisterà, viene alimentata dall’energia del sole e proprio per questo la stella avrà una parte importante all’interno del romanzo. Klara osserva il mondo esterno con grande attenzione dalla vetrina del suo negozio, attendendo con ansia il momento in cui potrà iniziare ad essere utile all’umano che la acquisterà e, guardando i passanti che camminano davanti al negozio, inizia a recepire informazioni essenziali per poter approfondire la sua conoscenza del mondo che la circonda e il comportamento degli uomini. Klara dimostra fin da subito di essere una grande osservatrice e di riuscire a cogliere dettagli che agli altri AA sfuggono non ritenendoli importanti: alcune reazioni umane all’inizio le sembrano strane ma riflettendoci su riesce a trovarvi una spiegazione e così facendo riesce a comprendere maggiormente i sentimenti degli uomini e a sviluppare una più spiccata sensibilità. In Klara inoltre nasce una sorta di profonda fede nel potere del sole che le sembra poter risolvere tutti i problemi grazie alla forza che da esso si irradia, gli attribuisce insomma dei poteri salvifici che però devono essere meritati e che si riveleranno essenziali nel corso del romanzo.
Un giorno si ferma davanti alla vetrina del negozio Josie, una ragazza di quindici anni che dimostra interesse per Klara e che le promette che tornerà a comprarla. Dopo un primo lasso di tempo in cui la bambina non torna, alla fine Josie e sua madre entrano nel negozio e acquistano Klara che è pronta per mettere a frutto ciò che ha imparato e per fare di tutto per prendersi cura della sua padroncina. Josie infatti è molto malata, cammina zoppicando e attraversa momenti di crisi in cui le forze la abbandonano, è colpita infatti da una malattia che fin quasi alla fine del romanzo rimane un mistero, ma che è legata al progresso tecnologico che molto spesso sembra migliorarci la vita ma che in realtà porta con sé anche gravi conseguenze. Klara quindi deve imparare ad aiutare Josie e a comprendere le sue esigenze, deve rapportarsi con la madre della ragazza, a volte fredda e distante altre volte più affettuosa e affabile ma con la costante preoccupazione di poter perdere la figlia, e la domestica scontrosa ed è pronta a fare qualsiasi cosa per migliorare la vita di Josie e per salvarla dalla malattia.

Il romanzo è davvero particolare e scritto con grande maestria da Ishiguro: la voce narrante è quella di Klara e attraverso il suo sguardo, lo sguardo di una intelligenza artificiale e non di un essere umano, e le sue sensazioni noi veniamo a contatto con questo mondo futuro di cui non sappiamo molto e proprio per questo si crea un gioco di tensioni molto bilanciato perché il lettore sente che c’è qualche elemento per capire questo mondo che non è ancora stato rivelato e quindi la lettura diventa un gioco alla scoperta e procede con agilità. Ishiguro riesce a costruire degli universi paralleli futuristici che non si discostano mai in modo estremo da ciò che ci circonda nel presente ma che presentano sempre degli elementi di inquietudine e di preoccupazione sui quali fa riflettere i suoi lettori: fino a che punto ad esempio si può spingere la differenza tra classi sociali? Si può essere disposti a sacrificare tutto pur di mantenere il proprio status? Esiste davvero qualcosa che differenzia noi uomini da intelligenze artificiali così avanzate come Klara e dove si trova il confine?
La voce di Klara è sempre calma e rassicurante anche quando le persone intorno a lei non la trattano bene e riesce a cogliere sfumature nei comportamenti altrui che la avvicinano moltissimo al sentire dell’uomo, a volte addirittura sembra più umana lei rispetto a coloro che lo sono veramente per natura.
Riporto inoltre alcune frasi del romanzo in cui si può capire quali sono le riflessioni che l’autore vuole innescare nei suoi lettori:
“Tu credi al cuore umano? Non intendo semplicemente l’organo, è ovvio. Parlo in senso poetico. Il cuore umano. Tu credi che esista? Qualcosa che rende ciascuno di noi unico e straordinario? E mettiamo che esista. Se è così, non credi che per imparare Josie davvero non dovresti studiare solo i suoi modi ma anche quello che sta dentro di lei profondamente? Non dovresti imparare il suo cuore?”

Devo dire per concludere che è molto difficile parlare di questo romanzo senza anticipare troppo perché è stato proprio lo sviluppo della trama, condotto in modo sapiente ed equilibrato e accompagnato da una scrittura scorrevole ma riflessiva, ad avermi conquistato pienamente.
Klara e il sole è stata davvero una lettura sorprendente sia perché, come ho già detto, Ishiguro è in grado di creare una continua voglia di sapere come si evolve la storia, sia perché le tematiche affrontate non sono per nulla banali e anzi pongono anche alcuni dilemmi etici che aprono nuovi orizzonti per il nostro futuro. Kazuo Ishiguro si conferma quindi un grande scrittore capace di creare trame coinvolgenti e mai scontate e di parlare delle emozioni più forti che attraversano l’animo umano.
Alessandro Audisio
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