Grandi fiori esotici dai petali vibranti e dalle foglie vivide, ritratti da una prospettica così ravvicinata da assomigliare a figure ibride e quasi astratte: sono queste le immagini che più di ogni altre vengono richiamate alla mente quando si pensa all’artista americana Georgia O’Keeffe (Sun Prairie, 1887 – Santa Fe, 1986). Si tratta tuttavia di un punto di vista limitato, dal momento che la O’Keeffe è annoverata oggi fra i più grandi pittori d’oltreoceano vissuti nel Novecento.
Conosciuta, studiata e apprezzata nel suo paese di origine da diversi decenni, più recentemente questa artista è stata riscoperta anche in Europa, come testimoniano, ad esempio, le retrospettive a lei dedicate nel corso del 2021 dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid e dal Centre Georges Pompidou di Parigi: nel caso della Francia, si è trattato della prima mostra monografica a lei riservata. Sue opere sono oggi conservate in tutto il mondo e soprattutto in alcuni significativi istituti nordamericani, come il Museo Georgia O’Keeffe di Santa Fe, naturalmente, ma anche il Museum of Modern Art di New York – la O’Keeffe fu la prima artista donna ad avere le proprie opere lì esposte, già all’inaugurazione, nel 1929 – il Whitney Museum of American Art e l’Art Institute di Chicago.

La formazione pittorica di Georgia aveva avuto inizio proprio all’Art Institute, dove la giovane era arrivata nel 1905, sebbene la sua passione per la pittura affondasse le proprie radici nell’infanzia, trascorsa in una fattoria del Wisconsin.
Nel 1907 l’artista si era quindi iscritta all’Art Students League di New York: proprio nella Grande Mela, aveva preso a frequentare la Gallery 291, dove aveva avuto modo di ammirare, tra gli altri, alcuni dei più significativi esponenti delle avanguardie europee, come Rodin e Kandinskij, altri tasselli fondamentali per l’edificazione della sua identità pittorica. La Gallery 291 era diretta da un altro protagonista della cultura americana del XX secolo, il pioniere della fotografia artistica Alfred Stieglitz (Hoboken, 1864 – New York, 1946), che, qualche anno più tardi, avrebbe ricoperto un ruolo di assoluto rilievo nella carriera della O’Keeffe.

Nel 1916, Stieglitz entra infatti in possesso di alcuni disegni a carboncino realizzati da Georgia, allora ancora esordiente, e decide di allestirli presso la propria galleria. Questo episodio diede il via ad un sodalizio prima di intenti e professionale, poi sentimentale – i due si sposeranno nel 1924 – e il fotografo introduce Georgia all’ambiente artistico newyorchese, nel quale la giovane ottiene sin da subito grande successo di critica e pubblico, cosa non scontata in quel mondo, all’epoca di prerogativa quasi esclusivamente maschile.

Sempre agli anni Dieci appartiene la serie di acquerelli dedicata ai suggestivi scenari naturali del Texas, stato nel quale la O’Keeffe si è nel frattempo spostata, per iniziare una nuova esperienza come insegnante di arte. Vi appartiene, ad esempio, l’opera Tramonto: il cielo occupa pressoché tutta la superficie della tela ed è restituito attraverso poche, ma ampie pennellate, alle quali è affidato il compito di simboleggiare le sensazioni provate dall’artista di fronte a quei panorami così imponenti.
Con il trasferimento a New York, avvenuto nel 1918, e il passaggio dall’acquerello alla pittura ad olio, inizia la fase più matura e consolidata della carriera di Georgia, che da questo momento in poi si affermerà progressivamente come una delle maggiori esponenti del modernismo americano.
I suoi interessi si estendono dai grandi spazi texani agli scorci urbani ispirati alla Grande Mela, con le sue architetture di cemento e vetro, emblema della modernità. Particolarmente significativa è, in questo senso, la serie avente per soggetto i grattacieli di Manhattan: le forme geometriche essenziali e rigorose, i colori stesi a campiture piatte e i colori netti rendono i dipinti di questa fase accostabili al Precisionismo, movimento prettamente nordamericano formatosi proprio nel corso degli anni Venti e volto alla celebrazione del progresso.

L’arrivo nella metropoli non interrompe tuttavia il potente richiamo della natura: Georgia e Stieglitz alternano alla vita a New York frequenti soggiorni presso Lake George, località situata a nord della città. È qui che la O’Keeffe inizia a dedicarsi alla raffigurazione, dettagliata e a scala ingrandita, di ciò che questi paesaggi incontaminati offrono: fiori, foglie e frutti, ovvero quegli elementi che, più degli altri, l’avrebbero resa nota in tutto il mondo. La O’Keffee riesce ad attribuire a questi soggetti, per loro natura di piccole dimensioni o solitamente relegati al genere della natura morta, una nuova dignità artistica e una profondità di significati, anche misteriosi, sino ad allora inedita, anche grazie ai punti di vista ravvicinati e inusuali.
Nel 1929 Georgia inizia a visitare assiduamente il Nuovo Messico, stato che la impressiona al punto che, in seguito alla morte di Stieglitz, avvenuta nel 1946, vi si trasferirà. Lì l’artista dipinge le opere probabilmente più celebri – oltre ai fiori – ovvero quelle che raffigurano gli aspri paesaggi desertici e collinari che circondano Santa Fe. Durante le frequenti escursioni in questi suggestivi territori, Georgia trova una nuova fonte di ispirazione negli oggetti trovati casualmente lungo i percorsi, come conchiglie, ossa o teschi di animali, che vengono ritratti nei dipinti del periodo con esiti talvolta stranianti, assimilabili al surrealismo.
Con l’ingresso negli anni Cinquanta e poi nei Sessanta, la sua vena creativa avrà modo di rinnovarsi un’altra volta, grazie ai frequenti viaggi all’estero – appartengono a questo periodo alcune vedute, ad esempio, del Perù o del Giappone – e ai numerosi voli in aereo, che le danno modo di sperimentare sul tema.

La prolifica carriera artistica di Georgia O’Keeffe è stata consacrata, nel corso della sua vita e oltre, da numerosi premi e riconoscimenti, fra i quali si segnala la Medaglia Presidenziale della Libertà conferita nel 1977 dall’allora Presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, la massima onorificenza riservata negli USA a coloro che si sono distinti per meriti eccezionali.
La lunga lista di tributi testimonia l’importanza di questa artista: annoverata oggi fra i pionieri e i massimi esponenti del modernismo americano, la O’Keeffe ha attraversato il Novecento dall’epoca delle avanguardie sino alla pittura del secondo dopoguerra e oltre, sperimentando tecniche e stili differenti. La sua eredità è stata raccolta dai numerosi musei che, in tutto il mondo, conservano ed espongono le sue opere, primo fra tutti il Georgia O’Keeffe Museum. Fondato nel 1995 a Santa Fe, questo istituto custodisce dipinti e oggetti a lei appartenuti, oltre che una ricca biblioteca e un archivio e, insieme alla casa e allo studio dell’artista ad Abiquiù, è uno dei luoghi che appassionati e studiosi possono visitare per approfondire la conoscenza di questa affascinante pittrice.
Chiara Franchi
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