Persone normali è uscito in Italia, pubblicato da Einaudi, già con l’aura del caso editoriale: l’autrice Sally Rooney aveva già unito critica e pubblico per il suo esordio Parlarne tra amici e rinnova questo successo con il suo secondo romanzo che, già prima di essere tradotto, aveva riscosso grande successo all’estero. La fine del romanzo è tutt’altro che una fine, sebbene il lettore possa trovare un senso a come le vicende si svolgono e a come vengono lasciate in sospeso. Un seguito del romanzo potrebbe essere dietro l’angolo e, benché da un lato mi piacerebbe continuare a leggere della vita dei due protagonisti, non vorrei che una brava scrittrice come la Rooney si perdesse dietro imprese editoriali sicuramente redditizie dal punto di vista economico, ma che dopo un po’ possono stancare.

Il romanzo potrebbe sembrare dall’esterno e da come viene presentato un semplice romanzo sentimentale con protagonisti due giovani ragazzi, Marianne e Connell, alle prese con i primi problemi di cuore, ma in realtà è molto altro e non mi riferisco solamente alle connotazioni del conflitto di classe che sì, ogni tanto si fanno sentire, ma che non sono così predominanti.
Lo stile della scrittura della Rooney è coinvolgente, l’autrice riesce a penetrare nelle psicologie dei protagonisti con una precisione quasi chirurgica, riesce a rendere le loro emozioni chiare ed evidenti e ciò crea un contrasto con l’incapacità dei protagonisti di comunicarsele tra di loro queste emozioni. Persone normali parla di noi, parla del nostro tempo, della difficoltà nel manifestare le emozioni, di dichiarare all’altro quello che sentiamo in un determinato momento. Quante volte verrebbe da prendere da parte Marianne e Connell e suggerire loro di dire la verità, di aprirsi con l’altro e dire quello che provano così che le cose possano essere più semplici, eppure il lettore rimane impotente dall’altra parte della pagina.
Marianne e Connell frequentano la stessa scuola a Carricklea, in Irlanda e li seguiamo per quattro anni delle loro vite nel corso della narrazione. Marianne fa parte di una ricca famiglia, ma sebbene la condizione economica la privilegi i suoi famigliari non la amano e il suo carattere chiuso e introverso non la rende popolare a scuola agli occhi dei suoi compagni. Connell è totalmente l’opposto, proviene da una famiglia in cui la madre lavora come domestica per la famiglia di Marianne, inoltre è molto popolare a scuola, riesce a farsi ben volere da tutti, ma forse dietro a questa facciata di bonarietà si nasconde anche la finzione.

Tra i due nasce l’intimità e proprio per queste condizioni caratteriali e sociali così diverse decidono di non rendere pubblica la loro relazione. Marianne e Connell si attraggono come due magneti, non riescono a stare lontani l’uno dall’altra, anche quando si allontanano poi ritornano sempre insieme, come amici, come amanti, come fidanzati. Le loro vite si influenzano vicendevolmente, ecco che quindi anche le scelte per il futuro vengono prese insieme o comunque in base a cosa vuole fare anche l’altro. Quando i due poli magnetici si allontanano, non riescono a procedere parallelamente e distanti, l’uno curva la direzione dell’altro per poi ritrovarsi di nuovo congiunti.
“Lui ha la sensazione che la paura l’abbia consumato e trasformato in qualcos’altro, come se avesse attraversato la paura da parte a parte, e guardarla è come varcare a nuoto il tratto di mare che lo separa da lei. […] Marianne è l’unica che riesca a suscitargli queste sensazioni, la strana sensazione di annegare e che il tempo non esista più.”
Una volta giunti all’università, al Trinity College la situazione sembra cambiare: Connell fa fatica a trovarsi degli amici, mentre Marianne si destreggia con abilità tra le varie relazioni sociali, ma comunque l’uno rimane il punto di riferimento dell’altra e viceversa.

I vari tempi della narrazione si intrecciano continuamente, ogni capitolo si apre con delle indicazioni temporali precise (quattro mesi dopo, sei mesi dopo, sei settimane dopo ecc.) e troviamo i protagonisti in nuove situazioni rispetto a quelle in cui li avevamo lasciati nel capitolo precedente. La voce narrante quindi inizia a raccontare il presente per poi tornare indietro e far capire come si è arrivati a quella condizione. La Rooney riesce a gestire molto bene questi intrecci temporali e a creare al contempo un effetto di suspense e curiosità per quello che deve avvenire e per quello che è già successo ma non sappiamo.
La forza di questo romanzo è sicuramente l’approfondimento psicologico di Marianne e Connell che vengono descritti nelle loro debolezze e insicurezze, i pensieri vengono descritti nella loro complessità, ma al contempo il lettore riesce a farsi un’idea abbastanza nitida di quello che avviene nelle loro menti.
“Marianne ha avuto la sensazione che la vita vera stesse accadendo da qualche parte molto lontano da lì, che stesse accadendo senza di lei, e non sapeva se avrebbe mai scoperto dove e se sarebbe mai riuscita a farne parte.”
Persone normali ha attirato giustamente su di sé le attenzioni della critica perché riesce a raccontare in modo efficace quello che succede agli uomini e alle donne di oggi e alle relazioni che si instaurano tra le persone, persone normali, che anzi cercano di sembrare normali, ma che nascondo insicurezze, dubbi e paure come tutti.
Anche se qui non mi dilungo a descrivere i vari avvenimenti racchiusi nel romanzo, i quali non fanno altro che approfondire continuamente i lineamenti di Marianne e Connell, di sicuro Persone normali è una lettura consigliata perché Sally Rooney con una scrittura avvolgente e profonda è riuscita a rappresentare al meglio il tempo in cui viviamo.
Alessandro Audisio