Il fondo Fleming-Honour alla Fondazione Ragghianti

Questo è il primo di due brevi e interessantissimi cammei critici scritti dal collega Salvadeo e che LetterArti ha deciso di ripubblicare in seguito alla sfortunata diffusione di questi ultimi su una piattaforma online che per i vari e più disparati motivi ha terminato già da qualche tempo la sua esistenza. Sono due interventi molto brevi e sintetici, ma che forniscono una quantità molto ampia di spunti su cui riflettere. Per certi aspetti sono molto diversi dal tipo di testi che normalmente pubblichiamo e possono quindi risultare, ad una prima e forse disattenta lettura, un poco ostici. Tuttavia abbiamo deciso, per correttezza e libertà intellettuale, di lasciarli esattamente così come il suo autore li ha concepiti e in precedenza pubblicati. I nostri lettori devono avere quindi la pazienza, qualora non conoscano (a ragione) questi personaggi ne questi argomenti di fare in seguito alcune brevi ricerche per chiarirsi chi fossero i personaggi che qui vengono menzionati, confidando nel fatto che molti già conoscono o abbiamo per lo meno sentito nominare la figura di Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 18 marzo 1910 – Firenze, 3 agosto 1987) e la fondazione lucchese a lui intitolata. Si aprirà sicuramente un mondo nuovo, assolutamente interessante e variegato, per una volta lontano dai soliti nomi legati ai circuiti dell’industria culturale, ma molto vicino con il mondo della storia dell’arte. Buona Lettura!

Marco Audisio

La Fondazione Ragghianti ha incrementato le proprie risorse grazie una preziosa donazione avvenuta nel 2017: il fondo archivistico, bibliografico e fotografico appartenuto a John Fleming e Hugh Honour.

Un lascito voluto dall’erede di Honour ad omaggio dell’importanza del centro studi lucchese e per coronare un legame affettivo con la città durato quasi cinquant’anni: quando la coppia inglese volle trasferirsi sulle colline circostanti, in quella terra così poeticamente caratterizzata. Un’attrazione forse cresciuta durante i corsi di Storia dell’Arte al St. Catherine’s Collage, Cambridge, quando i cosiddetti primitivi italiani erano allora il principale oggetto di studio. Fatto sta che il fascino per quelle terre aveva creato oramai una tradizione, tutta anglosassone, che dava a quelle alture toscane un aspetto mitico e una forza evocativa capace di far credere si potesse ancora respirare la medesima aria presente nelle tavole del Beato Angelico o del Sassetta. Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento, personaggi illustri avevano deciso di trasferirsi e di trasformare la loro vita in un’elegia romantica: Bernard Berenson, Vernon Lee, Harold Acton, per citarne alcuni; da ultimo John Pope-Hennesy. Chissà se veramente è come dice Henry James, in uno dei suoi racconti, la Madonna del futuro, che in fondo solo gli anglosassoni hanno veramente inteso lo spirito italiano e soprattutto sono riusciti a raccontarlo. Pensiero che sarà più tardi condiviso da Ennio Flaiano, pensando agli scritti di E. M. Forster o di D. H. Lawrence.

Tre_Grazie,_Canova, Ermitage 1812-1817[11554]
Fig. 1. Antonio Canova, Le Tre Grazie, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage.

Sicuramente Honour e Fleming hanno il merito di aver avuto curiosità e intelligenza critica per temi e oggetti allora trascurati dalla storiografia e di averli studiati con metodo; il tutto supportato da una sensibilità e precisione di linguaggio, ancora oggi esemplari. Rivoluzionaria fu l’uscita nel 1968 del testo di Honour, Neo-Classicism (trad. it. 1980), che illuminava un argomento, il Neoclassicismo, allora negletto e bistrattato dagli studi. Era un’opera che si inseriva in un programma editoriale, promosso dalla Penguin Book, le cui uscite si riveleranno di notevole importanza storiografica. Basti pensare che all’interno della stessa collana, Style and Civilization, un anno anni prima era uscito il saggio di John Shearman Mannierism. In quegli stessi anni Honour si impegnava in studi che in breve lo consacreranno come uno dei massimi conoscitori delle arti decorative, oltre che dell’opera di Canova: del 1961 è Chinoiserie: the Vision of Cathay (trad. it. 1963) sull’arte della cineseria, seguito, nel 1969, da Cabinet Makers and Furniture Designers (trad. it. 1969). Del 1966 è la grande opera sull’arredamento, World furniture, scritta a più mani. Honour si occuperà delle parti dedicate alla storia del mobile italiano. Egli con altri studiosi che avevano collaborato al testo, come Peter Thornton, Hans Hunt e Yvonne Brunhammmer, sarà chiamato a partecipare, negli anni Ottanta, ad un’iniziativa tutta italiana, promossa dai fratelli Fabbri, sulle arti decorative, I Quaderni dell’Antiquariato, i cui fascicoli saranno destinati a diventare dei “classici” degli argomenti trattati. Testi importanti che vedranno la firma di specialisti del calibro di Alvar Gonzáles-Palacios, Daniel Alcouffe, Renato Ruotolo, Mina Gregori, per citarne alcuni.

9780140510133-us[11553]
Fig. 2. Copertina del Dizionario di Architettura Penguin.

Ma uno spazio significativo della bibliografia di Honour e Fleming è occupato dalla compilazione delle voci di due importanti dizionari: il Penguin Dictionary of Architecture, 1966 (trad. it. 1981) con la partecipazione di Nikolaus Pevsner; e il Penguin Dictionary of Decorative Arts (trad. it. 1980, col titolo Dizionario delle arti minori e decorative). Per tacere della loro grande sintesi storica, A World History of Art (1982), che esemplifica ulteriormente la loro capacità divulgativa senza perdere di qualità scientifica. Solerti a sostenere studi e ricerche, a loro sarà dedicata l’opera scritta a due mani da Francis Haskell e Nicholas Penny, Taste and the Antique: The Lure of Antique Sculpture 1500—1900, 1981 (trad. it. 1984).

Pertanto la Fondazione si è arricchita così di strumenti e materiale che tanto hanno servito all’accrescimento della moderna storiografia, ma che di sicuro possono fornire ancora spunti e suggerimenti a future ricerche. Materia grezza, viva, che attende la sua lima.

Dario Michele Salvadeo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: