L’arte in una stanza

Da qualche anno ormai, la fondazione Pasquinelli, fondata nel 2012 da Giuseppina Antognini, in memoria del marito Francesco Pasquinelli (grande collezionista di opere d’arte contemporanea), che ha sede a Milano in via Magenta n.42, realizza piccoli gioielli espositivi di arte contemporanea dal gusto sofisticato ma accessibile ad un largo pubblico di amatori, intenditori e ovviamente di storici dell’arte. È giunta ormai alla sua quinta mostra (in totale sono sette) dal titolo Geometrie e Lirismi, intorno al 1930 e terminerà il prossimo 3 dicembre. L’esposizione raccoglie quattro dipinti (provenienti dalla collezione Pasquinelli) di altrettanti artisti dell’avanguardia novecentesca: Kandinskij, Klee, Mirò e l’italiano Prampolini e cerca di mettere in comunicazione questi dipinti e questi artisti legati, intorno al 1930, da un unico linguaggio artistico: l’astrattismo. La mostra è curata da Antonello Negri, professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Statale di Milano.

3a80757d469c47869e914aa188a011f1
Vasilij Kandinskij, Divenire, 1925

Le opere, come dicevo, dialogano tra di loro, messe in comunicazione grazie anche al luogo dove sono esposte ovvero un’unica stanza che crea subito una familiarità e un calore del tutto assenti nei grandi musei. Il confronto serrato dei dipinti fa emergere una insolita atmosfera, mista di fascino e alchimia. Si inizia con l’opera dell’artista russo Vasilij Kandinskij (1866-1944), dal titolo Divenire (1925, Fig. 1) con le sue geometrie allusive di un’idea estremamente distillata di natura, dove triangoli, cerchi e rettangoli creano una suggestione musicale che fa abbandonare lo spettatore alla pura contemplazione. Si passa poi all’opera di Paul Klee (1879-1940), collega e amico di Kandinskij presso il Bauhaus, che ha titolo Regia nella tempesta (1938, immagine di copertina), qui i segni quasi primitivi e reconditi presenti nel dipinto, un supporto insolito costituito da semplice carta di giornale, rimandano ai primordi della forma e della psiche, concepite forse come arcano mistero della vita stessa. L’artista catalano Joan Mirò (1893-1983), d’altro canto, con la sua Donna (1932, Fig. 2) dialoga perfettamente con Klee e con l’opera esposta; poiché se per il pittore del Bauhaus la forma pressoché geroglifica e inespugnabile rimanda ai primordi della psiche, le forme scomposte dell’astrattismo di Mirò richiamano il mistero della femminilità e dell’erotismo attraverso la scomposizione delle forme fisionomiche. Chiude la mostra Paesaggio femminile (fig. 3) di Enrico Prampolini (1894-1956), la cui carriera artistica, iniziata tra le fila futuriste, è qui declinata in altre forme: quelle astratte. Il suo Paesaggio femminile (1932 circa) infatti, oltre a essere un chiaro omaggio alla Sicilia, esemplifica alla perfezione la fase matura dell’evoluzione artistica di Prampolini ovvero l’approdo al realismo astratto o idealismo cosmico. Tutta la realtà contingente viene esclusa o meglio elusa in favore di un continuo divenire della materia, anche la figura che si erge dall’isola sembra alludere ad una sorta di nascita di Venere, ma cela dietro un apparente velo di figurazione, l’aspetto più ideale e astratto di altri, diversi e più reconditi significati.

9b11fefc268e478e9e5719dfe6b54f69
Joan Mirò, Donna, 1932

Contornano questa esposizione alcuni numeri dei bollettini della Galleria milanese “il Milione”, che negli anni trenta ha avuto un ruolo fondamentale nel far conoscere a un vasto pubblico le opere di arte espressionista e astratta dei più importanti artisti italiani e stranieri.
La mostra e la fondazione hanno il pregio di far conoscere e valorizzare opere d’arte di importanti pittori di Avanguardia di grande bellezza oltre che di grande importanza, il tutto con un linguaggio accessibile ma non per questo tralasciando la ricerca scientifica che bene si esprime nel piccolo ma prezioso catalogo che accompagna le varie esposizioni. La fondazione organizza, a corollario dell’esposizione, alcune conferenze di approfondimento sui temi e sulle opere esposte, curate prevalentemente da storici dell’arte.

c3e6459c8eef448cba17546d0fd4c451
Enrico Prampolini, Paesaggio femminile, 1932 circa

È difficile oggi riuscire a coniugare l’aspetto d’intrattenimento e allo stesso tempo scientifico di una mostra d’arte, ma sotto questo punto di vista, la Fondazione Pasquinelli dimostra, ad ogni nuova esposizione, di riuscirci nel migliore dei modi, dimostrando anche di possedere sensibilità e intelligenza, qualità ormai sempre più rare nella bieca e oscura industria mercificata delle mostre e di alcune case editrici.

Marco Audisio

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: