Lo scorso 10 novembre è uscito per Einaudi L’assemblea degli animali. Una favola selvaggia, un volume di non più di un centinaio di pagine scritto da uno scrittore misterioso, Filelfo. La vera identità dell’autore non è a noi nota e, anche se agli appassionati e studiosi di letteratura questo nome può sembrare familiare, precisiamo subito che non si tratta del famoso umanista del XV secolo Francesco Filelfo, vissuto tra la corte dei Medici e quella dei Visconti. Senza riscontri sono poi state anche le numerosissime segnalazioni e supposizioni inviate dai lettori all’account Twitter de «la Repubblica» negli ultimi mesi, da quando, cioè, su «Robinson» ha iniziato a uscire a puntate il contenuto di un manoscritto inviato da Filelfo stesso alla redazione del quotidiano. Il manoscritto è poi diventato, rivisto e corretto, appunto, L’assemblea degli animali. Una favola selvaggia ed è stato inserito fra i titoli della collana Stile Libero Big dell’editore torinese. In questo volume sono state riportate anche le illustrazioni di Riccardo Mannelli che già accompagnavano le parole di Filelfo sulle pagine dell’inserto culturale del sabato.


L’assemblea degli animali è sì, come si intuisce dal titolo, una favola, ma una favola che apre squarci dolorosi sulla nostra realtà odierna. Il racconto che ci troviamo davanti infatti pur seguendo strade fantasiose, ha però radici ben salde e profonde nel nostro presente reale e anzi, proprio nelle vicende di attualità più scottanti: la questione climatica e la pandemia di Covid19.
Ma andiamo con ordine.
I protagonisti di questa vicenda sono animali personificati che agiscono nel nostro stesso mondo. Fino qui potremmo pensare di trovarci di fronte a una favola di Esopo e, in parte, potremmo dire di non andare poi troppo lontano dal nocciolo della questione, se non fosse che qui gli animali parlanti sono animali nel modo più completo e puro possibile. Gli animali non sono mezzo e simbolo dei comportamenti giusti e sbagliati dell’uomo, sono invece esseri viventi che condividono con l’uomo la Terra e che vogliono far valere il loro punto di vista. Un punto di vista che non può che condannare l’umanità.

Trasportati in volo sulle ali di un corvo veniamo fatti spettatori dell’assemblea di tutte le specie degli animali che popolano la Terra, indetta straordinariamente a causa dell’emergenza ambientale in cui il nostro pianeta versa e di cui è identificato come responsabile l’uomo. Giunti in uno spazio che sembra essere al di fuori del tempo e avvolti in una atmosfera solenne vediamo «stirpi di foche», «infinite e tremule legioni di insetti», sacri scarabei dalla «corazza iridescente». A moderare l’adunata c’è un giaguaro e, fra i testimoni ritroviamo non solo scimpanzè giunti dall’Amazzonia ma anche leoni e aquile. I koala riferiscono le crude immagini dei bushfires australiani e, con «grida belligeranti» i topi chiedono vendetta.
È una preparazione alla guerra che potremmo benissimo ritrovare in un poema epico: oltre all’utilizzo di una terminologia che, come mostrato appena sopra, richiama molto il genere eroico, Filelfo non ci risparmia citazioni letterarie del grande poeta cieco, Omero. È un «mare canuto» a fare da sfondo alla riunione orwelliana. E quasi orwelliana sembra la decisione che viene presa al termine della consultazione: guerra all’umanità.
[..]la colomba. Non stringeva nel becco il ramoscello di ulivo. Stavolta non era venuta a parlare di pace, ma, come tutti, di guerra.
La strategia ideata dagli animali è, come scopriamo in quella che è la seconda parte del libro, proprio la pandemia che ci affligge ancora in questi giorni. A raccontarci il nostro presente sono ora cani e gatti, i più titubanti nei confronti di questa guerra perché, sebbene siano bestie, sono pur sempre i migliori amici e fedeli compagni dell’uomo. A cani e gatti non sembrano affatto inconsuete le immagini di animali selvatici che attraversano strade asfaltate e nuotano nei canali di Venezia che circolano sugli schermi delle nostre televisioni e dei nostri smartphone. Al contrario, il fatto che lepri, cerbiatti, delfini e persino squali stiano ripopolando quello che gli uomini si erano abituati a considerare il loro habitat, non è altro che il segnale della buona riuscita del piano d’attacco dell’assemblea.

Attraverso le parole di Filelfo ci rivediamo in smartworking, risentiamo le sirene delle ambulanze e le notizie sul numero dei contagi, colleghiamo però anche gli effetti del contagio e l’avanzamento del virus, con lo scottante tema dei cambiamenti climatici, in un nuovo intreccio che ci porta a costruire un vasto affresco dove tutto capiamo essere collegato. Dai Fridays for Future e l’attivismo di Greta Thunberg ai roghi dell’Amazzonia, dalla temperatura ai Poli sempre più alta fino agli uragani che nelle scorse settimane hanno colpito la Florida, ancora più in profondità fino ad arrivare alle elezioni americane del 4 novembre e al negazionismo del presidente (ora) uscente Donald Trump, Filelfo ci dà il la e ci fornisce parole utili non solo per interpretare i mesi passati di questo 2020 Anno del Topo, ma anche per guardare al futuro che ci aspetta. L’assemblea degli animali è un romanzo che sotto la sua trama lineare e chiara nasconde un profondo e urgente invito alla responsabilizzazione e all’ascolto; una favola, insomma, che, come ci mostra il sorprendente attivismo delle nuove generazioni, «i ragazzi leggeranno agli adulti».
Federica Rossi
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