Cose spiegate bene è una pubblicazione periodica realizzata dalla rivista online “Il Post” e stampata dalla casa editrice Iperborea, che in ogni suo numero si pone l’obbiettivo di approfondire quanto più possibile un argomento specifico in modo esaustivo attraverso analisi puntuali e interviste agli esperti del settore preso in considerazione. Il primo numero della rivista è dedicato al mondo dell’editoria e proprio per questo il suo sottotitolo è: a proposito di libri, come nascono e diventano questi oggetti di carta dove leggiamo storie, idee e mondi interi.
La rivista, oltre ad avere dei contenuti molto validi, è accompagnata da un progetto grafico di impatto e accattivante: le illustrazioni di Giacomo Gambineri, caratterizzate da questi colori fluo sgargianti, completano perfettamente l’oggetto editoriale e attirano l’attenzione del pubblico interessato ad acquistare non solo un libro interessante, ma anche un bell’oggetto. Inoltre, anche gli altri numeri della rivista mantengono questa caratteristica, anche se sono illustrati da altri artisti, il che li rende riconoscibili a colpo d’occhio.

Leggendo questo libro si entra completamente nel mondo dell’editoria e si scandagliano tutti gli ambiti della filiera passando anche da aspetti tecnici che di sicuro interesseranno tutti gli appassionati bibliofili. Si parla ad esempio della carta, il materiale senza il quale non esisterebbero i libri, si scopre quali sono i maggiori produttori italiani, come viene trattata e quali sono le case editrici italiane che utilizzano le tipologie di carta migliori. Un capitolo è dedicato ai font che sono maggiormente usati in editoria, si accenna alla loro storia e alla loro evoluzione; un altro spiega tutte le fasi che portano alla pubblicazione di un libro con le loro relative tempistiche; un altro ancora illustra quali sono le figure professionali che lavorano in una casa editrice e quali sono i loro compiti. Le informazioni che vengono date nei capitoli di Cose sono precise, dettagliate e interessanti e permettono al lettore di farsi davvero un’idea completa di tutto ciò che sta dietro alla realizzazione e anche alla distribuzione di un libro: le pagine della rivista sono infatti arricchite da molti dati, statistiche, grafici e classifiche che in un solo colpo d’occhio riescono a dare informazioni essenziali. Ho trovato davvero interessante scorrere la classifica dei libri più venduti in Italia degli ultimi dieci anni, vedere come siano aumentati a dismisura i titoli pubblicati in un anno dall’industria editoriale, constatare l’accresciuta importanza delle vendite online ed entrare nei dettagli del funzionamento delle librerie e soprattutto del loro rifornimento. La rivista quindi riesce perfettamente nel suo intento, dando un quadro quanto più completo di tutto il processo editoriale e tenendo in considerazione anche le ultime tendenze che sempre di più stanno prendendo piede, come ad esempio quella degli audiolibri che negli anni si stanno accaparrando una fetta di mercato rilevante.
Oltre ai tanti dati e alle tante informazioni tecniche, all’interno di Cose c’è anche spazio per dei punti di vista più personali, infatti i vari capitoli sono intervallati da dei brevi scritti di alcuni autori italiani (Concita De Gregorio, Giacomo Papi, Francesco Piccolo, Michele Serra, Luca Sofri, Chiara Valerio) che hanno un rapporto diretto con l’editoria e che offrono quindi delle riflessioni più intime su questo mondo.

Questo volume è quindi perfetto per chi vuole conoscere di più le dinamiche editoriali che stanno alla base della pubblicazione dei libri, alcuni dettagli curiosi e anche qualche aneddoto stravagante e divertente come quello riportato nell’ultimo capitolo in cui si parla dei furti che avvengono ogni anno nelle librerie e si riporta il caso di questo signore dall’aspetto molto elegante sorpreso alla Feltrinelli di piazza Duomo a Milano con una valigetta piena di libri della collana Meridiani della Mondadori che stavano per essere rubati.
La lettura di questa interessante rivista però mi dà anche l’occasione per fare qualche riflessione più generale. Sempre di più si trovano sui social persone, anche con un grosso seguito, che hanno un forte legame con le case editrici italiane, che hanno lavorato per una di esse o che ancora ci lavorano. Visto che molto spesso queste persone sono seguite da giovani che stanno ancora frequentando l’università o che sono neo laureati, una domanda che periodicamente viene posta loro è come hanno fatto a introdursi nell’ambiente editoriale e se hanno qualche consiglio. La risposta però che io ho sempre sentito dare mi sembra più che altro una non risposta, infatti il consiglio che viene dato è quello di informarsi di più sulle figure che lavorano in una casa editrice e di capire quello che si vuole fare. Qualche volta inoltre ho proprio sentito consigliare il volume di cui vi ho parlato sopra per poter diventare più consci dei diversi ruoli ricercati. Ecco devo dire che certamente chi legge Cose spiegate bene avrà un’idea più precisa della realtà lavorativa in ambito editoriale, ma secondo me la realizzazione del sogno di quei giovani non passa attraverso l’acquisizione di queste informazioni. Mi sembra soprattutto un po’ assurdo che questi “influencer”, ad una persona che chiede loro consigli e che specifica di essere laureata in lettere, rispondano dicendo che come in ogni industria anche quella dei libri è composta da diverse professionalità e citino l’ufficio iconografico che si occupa delle copertine o l’agente che propone i libri alle librerie. Mi sembra alquanto scontato che una persona che ha studiato lettere non sia interessata a occuparsi del settore economico di una casa editrice né tantomeno a realizzare le grafiche per alcuni progetti editoriali, tranne nel caso (mi viene da dire un po’ improbabile) in cui si sia anche degli esperti grafici. Vi dico con tranquillità che non sono io ad aver posto questa domanda, ma con onestà vi dico anche che da spettatore ero interessato alla risposta peccato che, come tante altre volte, sia stata una risposta inutile.

Le persone che sono davvero appassionate di editoria conoscono già quali sono le professionalità all’interno dell’industria del libro e ritengo soprattutto che la maggior parte di coloro che hanno una laurea in lettere abbia delle adeguate competenze di partenza con cui potrebbero affrontare indiscriminatamente diverse professioni all’interno di una casa editrice, penso ovviamente a quelle mansioni che hanno un certo feeling con questioni di lettura e scrittura, ad esempio il correttore di bozze, il redattore, l’ufficio stampa, l’editor. In più è risaputo che solo le grandi case editrici possono permettersi tutte queste diverse figure professionali, mentre nella maggior parte delle case editrici molto spesso questi ruoli vengono svolti da una stessa persona e ciò è confermato anche leggendo la rivista de “Il Post”: in alcune interviste infatti gli esperti del settore dicono di svolgere più mansioni, sono infatti editor ma anche traduttori o correttori di bozze o lettori. Per tutte queste ragioni mi sembra che sui social si voglia nascondere una verità risaputa e che secondo me non merita nemmeno di essere occultata: per iniziare a lavorare in una casa editrice (così come in moltissime altre professioni umanistiche) servono gli agganci giusti, serve farsi conoscere e avere i contatti con coloro che già lavorano nell’industria dei libri. Non riesco quindi proprio a capire perché si voglia evitare di rispondere ad una domanda così semplice, andando per altro a tirare in ballo alcuni mestieri per i quali quasi certamente la persona che ha rivolto la domanda non ha le adeguate competenze. Non dico che acquisire ulteriori informazioni su qualcosa che ci appassiona non sia utile, ma sicuramente il capire che si vuole assolutamente fare l’editor (una volta capito cosa fa) non ti apre le porte per diventarne uno.
Alessandro Audisio
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