Quando la città dimentica, la valle prova a ricordare

Sono da poco passate le ventiquattro, quando il sottoscritto e Chiara Franchi, a manifestazione conclusa, proviamo a fare il punto su quella che è stata la rassegna Giovanni Testori e la Lombardia, andata in scena nella sala Consiliare del Comune di Sormano, un paese di circa seicento abitanti situato in Vallassina e in provincia di Como.

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Un anno fa era andata in scena, con un altro taglio e con un gruppo di persone più ampio che ne curavano la regia, una rassegna simile a Novara una città del Piemonte di circa centomila abitanti, nella quale sono nato e in cui vivo. Idealmente gli incontri di Sormano erano il naturale proseguimento di quelli svolti a Novara; una sorta di dittico in cui le due realtà si incontrano e dialogano assieme creando in un certo senso armonia (almeno intellettuale). Se delle difficoltà le abbiamo riscontrate in entrambe le manifestazioni come il tergiversare continuo delle amministrazioni sulle date e sui luoghi dove si sarebbero dovute svolgere le conferenze, con un dispendio notevole di forze da parte di tutti (ma di alcuni più di altri) per correggere in extremis i volantini e le leggerezze di altri, oppure certe reticenze nell’accettare per le amministrazioni gente giovane e preparata creando fastidi velocemente risolvibili, ciò che abbiamo constatato con maggiore amarezza è il bacino di utenza che queste conferenze hanno avuto. Da una parte sta la grande città, Novara e dall’altra il piccolo paese Sormano: ebbene mi viene da dire quando la città dimentica, la valle prova a ricordare.

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I quattro appuntamenti di Novara incentrati sulla storia dell’arte novarese e sulla figura di Testori hanno raccolto circa centosessanta presenze, mentre le due di Sormano circa cento o poco più. Allora sia io che Chiara avevamo definito l’affluenza di pubblico che c’era stata a Novara come qualcosa di molto positivo, certamente un successo per un gruppo di giovani studiosi che per la prima volta si cimentava in un evento di quel genere. Ma se si confronta il bacino di utenza che può raggiungere una città come Novara e lo si paragona a quello che può raggiungere Sormano, i risultati per la città sono (purtroppo con il senno del poi) davvero deludenti e di questo sia io che Chiara ce ne siamo accorti e anche molto bene. Non è la questione che le conferenze al giorno d’oggi non richiamano più il pubblico, ritengo che se fatte bene, a cominciare dagli argomenti, questo modo di fare cultura sia ancora, nonostante diversi soggetti la pensino diversamente (e di questo sono rammaricato), un modo efficace per trasmettere e far conoscere argomenti poco noti al grande pubblico, argomenti che spesso rimangono purtroppo asserragliati nelle mani degli addetti ai lavori. La questione è un’altra: manca la predisposizione, in altre parole manca educazione a questo tipo di eventi soprattutto fra i giovani.

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Locandina ufficiale dell’evento Giovanni Testori torna a Novara, marzo 2016

In entrambe le manifestazioni ci siamo premurati di fare quella che oggi viene chiamata una campagna informativa spesa senza riserve tra le pagine dei social più alla moda, sui quotidiani locali e in giro per le vie sia di Novara che di Sormano. A malincuore abbiamo appreso che i social, in questo tipo di eventi (e c’è da chiedersi il perché) sono quasi, per non dire del tutto, inutili poiché se il pubblico giovane mette like o dimostra partecipazione, o presunta tale, nella realtà dei fatti poi non si manifesta concretamente a partecipare all’evento reale; insomma tanti bei gesti che se nella realtà virtuale fanno piacere, nella realtà reale lasciano l’amaro in bocca: come sempre eccezioni a parte a cui va dato merito. E qui sta anche il fatto che le nuove generazioni non conoscono o peggio non vogliono conoscere i luoghi dove sono nati e cresciuti e i personaggi che prima di loro li hanno preceduti complice anche la scuola che almeno una infarinatura generale dovrebbe fornirla.

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Locandina ufficiale dell’evento Giovanni Testori e la Lombardia, agosto 2017

D’altro canto abbiamo invece riscontrato che il volantinaggio e gli articoli (più o meno corretti, a volte con errori fastidiosi dettati forse da un po’ di superficialità e leggerezza di chi li ha scritti), usciti sui vari quotidiani locali riescono, nonostante ci troviamo nell’era modera e dell’internet, ad attrare un’utenza maggiore e recettiva del lavoro che un gruppo di giovani prova a fare per il suo paese. Va da sè che l’età di utenza raggiunta cambia e di molto, si va dall’utenza “giovane” dei social, all’utenza decisamente “più matura” raggiunta dai giornali cartacei e dai volantini; ma non importa, forse questa è la vera utenza che non vuole dimenticare. Un’altra differenza di pubblico è che se quello della città ha partecipato con attenzione, quello della valle o del paese ha poi creato un momento di dialogo, intervenendo con domande intelligenti e lasciando a me e a Chiara interessanti spunti di riflessione per il futuro.

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La popolazione della Valle, gente forse un po’ schiva e riservata al limite della rigidità, che però nella conoscenza delle cose che andavamo a raccontare e quindi anche nella conoscenza diciamo affettiva o empatica dei relatori che provavano a raccontargliela hanno instaurato un rapporto genuino e senza barriere, andando a raggiungere il vero obbiettivo di questo tipo di manifestazioni: creare dei momenti di condivisione dove la memoria incontra la conoscenza di nuovi argomenti, andando ad arricchire sia il pubblico che noi. Al pubblico della valle c’è poi anche da dire che un gruppo ristretto di persone che ha partecipato attivamente agli incontri proveniva da Milano, la grande città dove fortunatamente non si è perso il senso umano e caloroso di gente per bene e questo ci ha fatto piacere. Il pubblico novarese (o almeno una parte) viceversa sempre troppo distaccato portatore di quel falso senso di superiorità (sintomo forse di provincialismo), troppo schivo e forse disinteressato o annoiato non ha dimostrato una partecipazione così sentita né tanto meno si è speso in interventi interessanti: eccezioni a parte, ma quelle ci sono un po’ da tutte le parti e questo è un bene. Sia chiaro siamo molto soddisfatti di entrambi gli eventi, qui si sta solo constatando la realtà dei fatti e le differenze che tutt’oggi permangono tra la valle e la città. Se Novara e Sormano sono di fatto due facce della stessa medaglia poiché per Giovanni Testori hanno rappresentato due luoghi fondamentali per la sua critica d’arte e per i suoi “amori figurativi”, per i novaresi e per i sormanesi queste due realtà hanno perso un po’ delle loro identità collettive e ciò che constato tutti i giorni camminando per Novara è che questa città stia perdendo molto di più della sua memoria collettiva, sta perdendo il senso di che cosa vuol dire fare davvero cultura e ciò è deprimente e frustrante, almeno per me. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia. Il paese pur con tutti i limiti che ci possono essere ha dimostrato in qualche modo che non ha intenzione di dimenticare e l’affluenza e la partecipazione che abbiamo avuto è un chiaro sintomo del fatto che Giovanni Testori a Sormano non è stato ancora dimenticato del tutto. È d’obbligo allora usare uno slogan che ben chiarisce gli interventi svoltisi a Sormano: Less is more. Infine alle diverse persone che hanno manifestato l’interesse di voler vedere, magari in video, i nostri interventi di Sormano rispondiamo che non sarebbe giusto per coloro che si sono sforzati nell’essere presenti realmente all’evento e siccome non siamo del tutto sicuri che l’interesse sia reale (dato che è stato manifestato nell’internet) preferiamo astenerci dal caricare video troppo lunghi su supporti non del tutto adatti per svolgere questo tipo di funzione, convinti anche del fatto che una conferenza sia più una performance che nasce cresce e muore in poco tempo e in un dato luogo piuttosto che un qualcosa che può vivere ancora e ancora. Sono poi certo che coloro che hanno manifestato tale interesse nei confronti nostri e in particolare di questo personaggio troveranno sicuramente altre occasioni per incontrarci.

Marco Audisio

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