L’occasione per andare a Venezia ci è stata data dalla mostra di Tintoretto che celebra i cinquecento anni dalla nascita dell’artista, allestita nelle sale di Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia. La mostra offre un’occasione unica per ammirare opere di Tintoretto provenienti da tutto il mondo e, inoltre, in città sono diversi i luoghi in cui il pittore ha lavorato e visitandoli si può ripercorrere la carriera di uno dei più grandi pittori veneziani del Cinquecento. All’inizio abbiamo pensato che era possibile visitare la mostra in giornata, ma non essendo mai stati nel capoluogo veneto, abbiamo deciso di concederci una tre giorni in una delle città italiane più importanti a livello artistico e culturale.
Sveglia alle sei e dopo essere arrivati a Milano prendiamo da Centrale il treno per Venezia Santa Lucia. Dopo due ore e mezza di viaggio, giungiamo a destinazione e fin da subito, dopo aver posato i piedi a terra, respiriamo un’aria salmastra e ricca di umidità: siamo arrivati a Venezia.

Le previsioni del tempo non erano delle migliori, stando ai vari siti metereologici, e inoltre c’era anche allerta per l’acqua alta, che proprio pochi giorni prima della nostra partenza ha raggiunto un massimo di 160 centimetri, che non si toccava da circa dieci anni. Siamo però stati fortunati e in tre giorni non abbiamo mai dovuto aprire l’ombrello, né tanto meno metterci gli stivali, comprati apposta per l’occasione. Appena fuori dalla stazione prendiamo il vaporetto, linea 1 (biglietto valido per 75 minuti: 7,50 €) per arrivare a San Marco, da cui poi raggiungere l’albergo. Avremmo potuto andare anche a piedi, ma sicuramente il vaporetto, passando lungo tutto il Canal Grande offre uno spettacolo suggestivo ai turisti, che così facendo possono ammirare le architetture degli innumerevoli palazzi antichi affacciati sul Canale. Il vaporetto ci mette circa 45 minuti per arrivare a San Marco, più o meno lo stesso tempo che ci mette il treno da Novara a Milano, solo che si rimane nella stessa città. Una volta scesi sulla “terra ferma” ci si guarda in giro e poi si consultano le mappe per capire dove andare.
Lasciate le valigie in albergo siamo pronti a visitare i primi monumenti della città, e da dove cominciare se non dalla Basilica di San Marco, vero fulcro di Venezia. La piazza si apre enorme, piena di turisti, di piccioni e di gabbiani, ancora un po’ bagnata per l’acqua alta mattutina che si è da poco ritirata. In fondo alla piazza ecco la Basilica, ci sembra più piccola di quello che ci immaginavamo, meno imponente, e di fianco l’altissimo campanile che domina la vista della città. Inaspettatamente spunta il sole all’orizzonte.

Dopo aver lasciato in deposito gli zaini, ci dirigiamo all’ingresso della basilica, e una volta all’interno ci troviamo sovrastati da queste cupole dorate, si respira la storia, si notano le differenze tra i mosaici più antichi e quelli realizzati successivamente, il tutto passando sul pavimento che va su e giù. Dietro all’altare, pagando 2 €, si può ammirare la Pala d’oro che costituisce uno dei vertici dell’arte orafa bizantina, finemente decorata, ricca di pietre preziose. Al centro del registro superiore c’è l’arcangelo Michele e ai lati si trovano le rappresentazioni delle feste della chiesa orientale: l’Entrata in Gerusalemme, la Resurrezione, la Crocifissione, l’Ascensione, la Discesa dello Spirito Santo, la Morte della Vergine. Nel registro inferiore, al centro c’è Cristo benedicente, circondato dai quattro evangelisti, e intorno a questo riquadro centrale sono disposti vari santi e angeli e ai lati le storie della vita di San Marco.

All’interno della basilica è possibile vistare anche il Tesoro di San Marco, due stanze che raccolgono le reliquie custodite dalla chiesa e vari preziosi oggetti legati al rituale sacro (Ingresso al Tesoro: 3€).
Infine, salendo per un’erta scala, si accede (pagando un biglietto di 4€) al Museo della basilica, dove è illustrata la storia della chiesa, con i vari interventi architettonici che ha subito; dove sono conservati alcuni mosaici staccati e gli originali della quadriga, le cui copie sono esposte sul balcone della basilica che si affaccia su Piazza San Marco. I quattro cavalli, provenienti da Costantinopoli, erano un bottino di guerra della quarta crociata che aveva visto la repubblica veneziana direttamente coinvolta, e testimoniano sicuramente la grandezza di Venezia, riuscita ad imporsi come potenza egemone su tutto il Mediterraneo.

La vista dalla loggia della quadriga è stupenda, si vede tutta la piazza, si può ammirare Palazzo Ducale, gli edifici che si affacciano su piazza San Marco, la laguna e all’orizzonte l’isola di San Giorgio con la sua imponente, quanto magnifica, basilica palladiana.
Usciti da San Marco, dopo aver recuperato gli zaini, ci dirigiamo in un bar per poter pranzare velocemente con dei panini: la giornata è ancora lunga e sono tante le cose da vedere.

Terminato il pasto ci dirigiamo a Palazzo Ducale, non ancora per vedere la mostra di Tintoretto, ma per visitare le sale del potere della repubblica veneziana, dove avevano sede tutti i più importanti organi legislativi. Il biglietto cumulativo per i musei di Piazza San Marco, che include Palazzo Ducale, il museo Correr, il museo archeologico e la libreria Marciana, costa 20€ intero e 13€ ridotto, e se volete godervi anche gli altri luoghi d’interesse è senza dubbio la scelta migliore.

Le sale di Palazzo Ducale, riccamente decorate dai più importanti pittori della città, vogliono mettere in luce la potenza della Serenissima, e con la loro maestosità e immensità riescono sicuramente a trasmetterla ancora al visitatore di oggi. La sala del Maggior Consiglio, dove spicca sulla parete di fondo la grandiosa tela del Paradiso, realizzata da Tintoretto e dalla sua bottega, è la più impressionate e fa sentire lo spettatore piccolo di fronte alla storia. Le altre scene che decorano le pareti di questa sala rappresentano alcune dalle battaglie più gloriose combattute da Venezia, tra le quali risalta la battaglia di Lepanto.

Dallo sfarzo di queste sale, il visitatore passa alla zona delle prigioni: si percorre il celebre ponte dei Sospiri, si vedono le celle, in alcune delle quali si possono ancora leggere le scritte di disperazione dei prigionieri. Il visitatore viene a contatto con entrambe le anime del palazzo: la ricchezza delle sale del Doge e la povertà delle celle.

Usciti da Palazzo Ducale, attraverso le strette calli veneziane, ormai avvolte dal buio, ci dirigiamo verso la chiesa dei santi Giovanni e Paolo, una delle chiese più importanti e maestose della città che custodisce al suo interno le tombe di molti Dogi e di altri importanti personaggi della Repubblica.
Dopo aver pagato un biglietto di 3,50 € ed entrati in chiesa, si apre di fronte a noi un ambiente imponente e quasi del tutto buio, rischiarato da flebili luci: solo gli altari più importanti sono dotati di interruttori per poter illuminare le opere. Degno di nota è Il polittico di san Vincenzo Ferrer di Giovanni Bellini, la pala raffigurante l’elemosina di Sant’Antonio di Lorenzo Lotto (al momento però sostituita da una copia perché l’originale si trova esposta in una mostra) e i monumenti funebri dedicati a Pietro, Alvise e Giovanni Mocenigo.

Terminata la visita della chiesa il giorno volge alla sua fine e dopo la cena e un giro per le strade della città ci aspetta un po’ di riposo per poter continuare la visita il giorno successivo.
Tutte le foto dell’articolo sono state scattate da noi, tranne quella dell’interno della chiesa dei santi Giovanni e Paolo.
Giorno 2: https://letterarti.wordpress.com/2018/11/22/itinerario-veneziano-giorno-2/
Giorno 3: https://letterarti.wordpress.com/2018/11/23/itinerario-veneziano-giorno-3/
Alessandro Audisio