Dune di Frank Herbert e di Denis Villeneuve

L’anno scorso è uscito al cinema un nuovo adattamento di Dune, il romanzo di Frank Herbert che è considerato un caposaldo del genere fantascientifico. La pellicola del regista Denis Villeneuve ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico e ha ottenuto dieci nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film. Grazie a questa nuova trasposizione cinematografica si è in seguito riacceso l’interesse del pubblico anche nei confronti dell’universo letterario creato da Herbert, Dune è infatti solo il primo romanzo di una serie che ne conta altri sei. Dopo la visione in sala del film di Villeneuve anche chi vi scrive ha voluto accostarsi alla lettura del libro da cui è tratto, spinto soprattutto dalla curiosità di sapere come sarebbe andata a finire la storia che rimane bruscamente interrotta nella versione cinematografica. Proprio questo particolare è ciò che ha fatto più storcere il naso a diversi spettatori: infatti, sebbene il film abbia una durata di quasi tre ore non riesce a coprire che la prima metà del romanzo, lasciando l’impressione che si sia visto un film non completo e privo di quel climax finale che contraddistingue qualsiasi narrazione. Questo difetto però non può far dimenticare tutto ciò che di rimarchevole è riuscito a relizzare il regista, o anche le interpretazioni di un cast di attori davvero valido, una fotografia di grande impatto e dei costumi curati nei minimi dettagli. Quegli elementi che ho elencato prima sono proprio ciò che di più ha colpito gli spettatori e la critica ponendo le basi per una franchise che può ottenere un grande successo.

Fig. 1 Copertina di una delle tante edizioni del romanzo di Herbert.

Confrontando il film con il romanzo si può subito affermare che la trasposizione è molto fedele al racconto di Herbert e questo non può che essere un punto di forza. Herbert nel suo romanzo è stato in grado di descrivere un universo complesso e ricco di dettagli da scoprire e indagare, basato su un sistema politico molto articolato al quale tanto deve ad esempio la filmografia di Star Wars. Lo stesso George Lucas infatti ha ammesso di essersi ispirato a Dune per l’ideazione dei suoi film che ormai sono delle pietre miliari del genere. Proprio questa complessità poteva rendere difficile la trasposizione del mondo ideato da Herbert, ma Villeneuve è riuscito a creare un racconto coerente, che sì all’inizio può spiazzare per i tanti nomi evocati e i tanti meccanismi che ancora non si conoscono, ma che alla fine riesce a diventare famigliare e accogliente per lo spettatore.

Fig. 2 Una delle immagini promozionali del film di Denis Villeneuve.

Dune è ambientato in un futuro non precisato e ha come protagonista Paul della casa Atreides, una delle più importanti famiglie nobili dell’impero. Al centro del mondo politico del romanzo c’è appunto l’imperatore, un uomo che riesce a governare sulle altre casate soprattutto grazie alla paura e che ha al suo servizio un esercito personale potentissimo, i cui componenti vengono chiamati Sardaukar, soldati addestrati nelle condizioni di vita più avverse le quali li hanno resi avversari temibili e quasi invincibili. La casa degli Atreides è diventata però troppo potente secondo l’imperatore, il quale ha paura che una forte alleanza tra le diverse casate possa avere una possibilità per sconfiggerlo, e quindi deve essere distrutta grazie ad un complesso piano politico.

Gli Atreides hanno però dei rivali in importanza e influenza, ovvero gli Harkonnen, un’altra nobile casata caratterizzata da una crudele spietatezza nel portare avanti i loro affari, spietatezza che hanno dimostrato sopratutto nel governo di Arrakis, un pianeta desertico e inospitale che però è ricco di una sostanza preziosissima chiamata Melange o spezia, una droga che riesce a donare speciali doti di preveggenza e che serve ai piloti delle navi per guidarle nello spazio.
Gli Harkonnen hanno ottenuto il controllo di Arrakis dall’imperatore e grazie all’estrazione della spezia nel tempo hanno accumulato enormi ricchezze scontrandosi duramente con la popolazione autoctona, i Fremen. L’imperatore decide però di togliere agli Harkonnen il controllo di Arrakis per affidarlo agli Atreides e fare così in modo che le due casate si scontrino tra di loro, infatti il pianeta è una risorsa troppo importante perché gli Harkonnen se la lascino portare via così facilmente. L’imperatore non può favorire apertamente una delle due casate, perché teme che le altre famiglie nobili possano ribellarsi a lui, ma di nascosto favorisce gli Harkonnen e promette loro il sostegno in incognito dei suoi Sardaukar per riottenere il controllo di Arrakis e sterminare gli Atreides.

Fig. 3 Foto che ritrae Frank Herbert, l’autore di Dune.

Paul con la sua famiglia, ovvero il duca Leto, suo padre, e Jessica, sua madre, deve quindi lasciare il suo pianeta natale, Caladan, per trasferirsi su Arrakis e prenderne il controllo. Gli Harkonnen hanno già abbandonato Arrakis, ma lo spietato barone Vladimir ha tutta l’intenzione di riprenderselo grazie all’aiuto dell’imperatore. Paul è solo un ragazzo che però è destinato a fare grandi cose e la cui sorte è strettamente legata a quella dei Fremen, gli abitanti di Arrakis: le profezie parlano infatti di un uomo che libererà il loro pianeta da ogni forma di oppressione. Gli Harkonnen avevano governato il pianeta scontrandosi duramente con gli abitanti del luogo, il duca Leto invece capisce fin da subito che i Fremen possono essere una risorsa e che collaborando con loro può riuscire ad ottenere molto. La storia prosegue tra intrighi politici, colpi di scena e approfondimenti del mondo descritto e riesce a mantenere viva la curiosità del lettore che vuole sapere come andrà a finire e cosa succederà al giovane Paul.

La scrittura di Herbert è scorrevole ed evocativa e questa ha reso Dune una lettura piacevole, anche se il romanzo non è privo di difetti. Mi è sembrato infatti che l’autore, nella seconda metà del libro, si sia soffermato forse eccessivamente a descrivere la vita nel deserto di Arrakis per poi chiudere il romanzo in maniera affrettata. Le scene più concitate del finale non hanno lo spazio che si meritano e questo è sicuramente un peccato. Proprio nella conclusione quindi risiede il difetto maggiore sia del libro che del film, sebbene la versione cinematografica, come ho già accennato prima, si interrompe più o meno verso la metà del romanzo.

Fig. 4 Scena tratta dal film del 2021 diretto da Denis Villeneuve.

Dune è un classico della fantascienza a cui tanto deve la letteratura e la filmografia venuta dopo (Herbert pubblicò infatti la sua opera nel 1965) e che ha il merito di aver introdotto nell’immaginario comune alcune delle caratteristiche principali di quei mondi futuristici che ormai ci sono così famigliari. Dune è stata sicuramente una lettura avvincente e piacevole e mi riprometto di proseguire ad indagare la saga creata da Herbert.

Alessandro Audisio

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