La cattiva strada di Sébastien Japrisot

“Credi nel tuo Dio se puoi,
ma credi soprattutto nella vita.
Se la tua vita dimentica il tuo Dio, tieniti stretta la vita.
Se il tuo Dio ti impedisce di vivere, abbandona il tuo Dio.
La tua vita è l’unica cosa che hai
e, chiunque tu sia, il tuo Dio non è il mio.”

La cattiva strada di Sébastien Japrisot è ambientato in Francia all’epoca della seconda guerra mondiale, anche se la storia con la s maiuscola è solamente uno sfondo indistinto, e i due protagonisti sono Denis, un ragazzo di quattordici anni che frequenta un collegio gesuita, e suor Clotilde. Tutto il romanzo ruota attorno al legame, che si fa sempre più forte, tra Denis e Clotilde, un legame che viene descritto con una grande dolcezza e liricità, che fa sì che i lettori tifino per questa coppia, che tutte le convenzioni sociali vorrebbero dividere. Oltre alla condizione di suora di Clotilde, tra i due intercorre anche una grande differenza di età, infatti la ragazza ha ventisei anni. Quello che sembrerebbe a tutti gli effetti un rapporto scabroso e disdicevole ha come elemento fondante un sentimento di purezza che lascia il lettore piacevolmente stupito. Le pagine di questo romanzo sono intrise in un’atmosfera trasognata, fuori dal tempo e protagonista assoluto diventa l’amore, che sembra non avere barriere, limiti e imposizioni, il lettore si dimentica di tutto il contesto della vicenda perché il sentimento che lega i due protagonisti è autentico, vero, è ancora una volta puro. Entrambi non hanno mai provato l’amore, Denis perché è ancora giovane, Clotilde perché è una suora, destinata a quel ruolo da tutta la vita, perciò i due sentono di essere alla pari in questa relazione.

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Copertina del romanzo, edito in Italia dalla casa editrice Adelphi

Denis è una delle teste calde della scuola, il suo nome è come ogni anno segnato con una x rossa sul registro, ma è anche un ragazzo credente, ligio ai suoi doveri, che prega ogni sera prima di andare a dormire. All’inizio la vita scolastica sembra procedere come al solito per il protagonista, fino a quando incontra suor Clotilde nell’ospedale, al quale si era recato per fare compagnia ad alcuni pazienti. Tra i due nasce subito un’intesa molto forte, da quando i loro occhi si sono incontrati non possono smettere di cercarsi. All’inizio sembra che Clotilde sia distante, ma il narratore entra nei suoi pensieri e ci rivela la frenesia con cui la ragazza sperava in un nuovo incontro con Denis.

“Aveva una voce gentile, una di quelle voci o troppo dolci o troppo tristi. Gli occhi, di un azzurro intenso, erano molto grandi e spiccavano sul suo viso. Denis guardò quegli occhi e non rispose.”

I due si chiedono molte volte dove stiano sbagliando, il desiderio di vedersi, di parlare, di incontrarsi, che cresce sempre di più nei loro pensieri, sembra un errore, un insulto verso Dio e il loro credo, si rammaricano e all’inizio nessuno dei due vuole ammettere a se stesso la natura di questo sentimento. Denis e Clotilde si sentono sporchi solo all’idea del loro incontrarsi, ma quando stanno insieme e condividono del tempo solo loro due si sentono bene e in pace con il mondo, si sentono liberi e lontani dalla società che li circonda.

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Foto che ritrae l’autore Sébastien Japrisot

Japrisot è riuscito a narrare senza pregiudizi una storia d’amore atipica, ma che il lettore di questo romanzo non può che trovare emozionante e sincera, lo scrittore ha deciso di improntare tutta la narrazione su questo conflitto interiore dei personaggi che si cercano disperatamente anche se si ripromettono di non vedersi mai più:

“Si svegliò da un sonno privo di sogni e vide le prime luci dell’alba filtrare dalla finestra, trepidante, decisa a non vederlo mai più, pronta a supplicarlo di tornare.”

La delicatezza di questo rapporto rende il romanzo unico, i sentimenti sono descritti con gentilezza, ma sono dei sentimenti travolgenti.
Denis e Clotilde devono fare i conti con il mondo che li circonda, con la famiglia di Denis e con la famiglia di Clotilde, il convento, ma vi lascio il piacere di scoprire da voi il destino di questi due personaggi che non potranno che rimanervi impressi.

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Il Parmigianino, Cupido che fabbrica l’arco, 1533-1534. Opera dalla quale è tratto il particolare scelto per la copertina del libro.

Verso la fine della narrazione la guerra si fa maggiormente sentire, solamente perché modifica la vita dei protagonisti, questa atemporalità della storia, disturbata solamente in alcuni punti, vuole, a mio parere, indicare ancora una volta, che sotto tutti gli strati complicati della società, sotto tutti i diversi contesti l’amore è solo amore.
La scrittura è scorrevole, avvincente, delicata e a tratti lirica, tutto quello che mi aspetto da un bel libro e da un bravo scrittore.

La cattiva strada è un romanzo che vi consiglio assolutamente di leggere per iniziare il vostro 2019 letterario con un buon libro.

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Alessandro Audisio

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